Erba d'annata by Aldo Pagano

Erba d'annata by Aldo Pagano

autore:Aldo Pagano [Pagano, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-08-28T12:00:00+00:00


16

Fine Ottocento, primi anni del secolo dopo, l’edificio in cui abitano i Bellomo affaccia sul lungomare e la notizia è che a quest’ora del pomeriggio è ancora possibile trovare all’Umbertino un posto libero per la C3. Perché tutta la zona pullula già di quella folla festosa che in altre parti del mondo prende il nome di movida ma qui a Bari possiamo definire gebellère, una situazione di grande confusione e divertimento. Un’umanità variegata, dai quindici ai settant’anni, che passa la sera a raccontarsela fuori dai locali, uniti dall’unico scopo di fermare il ritmo alienante della vita per concedersi un tempo sospeso e leggero.

In ogni caso.

Ele Milani, la madre di Sara, la aspetta davanti all’ascensore sul pianerottolo del quarto piano.

E quindi il viaggio nel tempo che trasporta Emma indietro di quasi quarant’anni dura appena qualche secondo; quel meticoloso lavoro di restauro che compie la memoria cancellando le poche rughe che segnano il bel viso allungato di Ele, le pieghe degli anni che le arrotondano il mento e le ciocche bianche fra i capelli biondi per restituirle alla fine l’immagine della ragazza che è stata nel periodo felice della loro amicizia. Un viaggio che dura poco, dicevamo, perché si abbracciano subito.

«L’occasione è drammatica, Emma,» le dice quando si sciolgono «ma sono felice di rivederti.»

«Anche io, Ele.» Sono una di fronte all’altra, allacciate mani fra mani. «Abbiamo un mucchio di storie da raccontarci, usciamo assieme con l’anno nuovo?»

«Sarebbe bellissimo.» Al solo pensiero, spalanca gli occhi di un celeste immenso. «Ma da quanto sei tornata? Dove hai trovato casa?»

«Mo mi devi far vergognare ché non t’ho ancora chiamata» scherza. «Sto a Bari da qualche anno e vivo in un appartamento nella masseria di Carla.»

«Ah» commenta, e il sorriso appassisce. «Non so se vorrà vedermi, è incazzata con me.»

«Vabbe’, intanto ci incontriamo noi e poi vediamo di convincere pure l’artista.»

Restano così, sul pianerottolo, a guardarsi, incredule di essersi ritrovate.

«Ele, dove cazzo sei?» Una voce da casa. «Mi hai stirato le camicie?»

«È Ugo, mio marito» spiega. «Deve partire e va sempre in confusione.»

«Ah, qua stai.» Eccolo, pure lui sul pianerottolo. Tre coetanei. Le donne più o meno in forma. Lui, un quintale di pancia sotto un volto a palla sotto un riporto dal colore indefinibile. «Io non vado a divertirmi, io lavoro e tu invece te ne stai qui a chiacchierare.»

È un trimone, ha ragione Carla.

«Calmati, non sto chiacchierando» si giustifica Ele. «Lei è la mia amica che è venuta per Sara.»

«Non mi calmo, c’è l’aereo che mi aspetta per…» Ma a questo punto Ugo Bellomo si trasforma in modo istantaneo. Gli stessi secondi che sono serviti a Emma ed Ele per ricostruire il tessuto delle loro emozioni giovanili lui li utilizza per improvvisare un sorriso gioviale e. «Emma carissima, ti trovo un fiore, sei più bella di quando ci siamo visti l’ultima volta!» E corre ad abbracciarla.

Ed Emma si lascia abbracciare, intontita.

«Sai che devo sentire proprio a tuo padre uno di questi giorni: fa dei lavori di ammodernamento in alcune delle sue fabbriche e sarebbe bello se le affida alla mia società» imperversa lui.



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