Essere skinhead by Ruggero Daleno

Essere skinhead by Ruggero Daleno

autore:Ruggero Daleno [Daleno, Ruggero]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Red Star Press Società Cooperativa
pubblicato: 2015-12-13T23:00:00+00:00


5.

Militant

I giorni passano in maniera lenta, uguale, piatta.

Oggi dovevamo essere a Parigi a suonare, in una mini tournée a dir poco emozionante che andava da Milano a Parigi passando per Grenoble e finendo di nuovo in Italia.

Ringrazio tutti i ragazzi e i posti italiani e francesi che hanno voluto comunque concretizzare queste serate in un benefit per aiutarci con le spese legali. Un saluto e un abbraccio sincero e fraterno.

Chiudo gli occhi nella speranza di immaginare come sarebbe stato girare la Francia con i miei fratelli, quali avventure ci avrebbe riservato quel paese e quanta gente avremmo conosciuto; invece sale la rabbia quando gli occhi li riapro e capisco che la realtà è ben altra: sono agli arresti domiciliari, non posso muovere un dito, non posso comunicare con l’esterno e non so cosa cazzo mi aspetta. Fanculo cazzo. Fanculo.

Quando ognuno di noi ha scelto di intraprendere questo percorso inseguendo determinati valori, eravamo tutti consapevoli a cosa andavamo incontro, quali rischi avremmo corso e quali problemi avremmo sicuramente dovuto affrontare. Un percorso pieno d’insidie, sconfitte, cadute, ma anche di tante soddisfazioni, vittorie e rivincite. E valori come l’antirazzismo sempre tatuati nel cuore.

Nessun rimorso, nessun rimpianto.

Tra pochi giorni sarà il settantesimo anniversario della Liberazione, della lotta antifascista portata avanti con coraggio e gloria dai partigiani; quei partigiani che hanno lottato su quelle colline e per le strade, rischiando e perdendo la vita, lasciando la propria famiglia e il proprio lavoro per abbracciare spontaneamente il dovere di combattere per liberare le loro terre, rese schiave e quindi martoriate da quella guerra asfissiante, infinita e terribile.

La storia avrebbe dovuto insegnarci il messaggio piuttosto chiaro e significativo che il fascismo e il nazismo hanno portato: sottomissione, morte, distruzione e follia pura. Eppure se fosse così, oggi non staremmo qui ai domiciliari, non combatteremmo tutti i giorni per chiudere i covi fascisti ancora attivi e che continuano, come se fossero rimasti fermi agli anni Trenta o Quaranta, a provocare morti e feriti.

Si sa, l’uomo se non persevera non è contento, non riesce a capire dove sia il giusto e dove sia l’errore finché non torna a sbatterci la faccia. La cosa che personalmente mi fa più paura è che la gente pensa che queste correnti razziste siano scomparse con la guerra, che siano storia vecchia, che a oggi non esistano più persone che portano avanti il terrore di quegli anni. Oppure chi è consapevole della loro odierna esistenza è pronto a etichettare gli scontri tra le due fazioni come se si stesse parlando di guerra tra bande rivali, senza un vero scopo. Invece si tratta di altro.

Il razzismo è ancora presente nelle città, è ancora in grado di provocare dolore, di fomentare l’odio per il “diverso” o per lo straniero, di riuscire a prendere il sopravvento tra i partiti che si dividono la torta del sistema. Il razzismo sa camuffarsi da opposizione sociale, può raccogliere voti e sottoscrivere tessere per poi rendere la gente inerme di fronte a una possibile nuova figura autoritaria e quindi è



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