Fatherland by Robert Harris

Fatherland by Robert Harris

autore:Robert Harris [Harris, Robert]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
pubblicato: 2011-04-29T17:53:39+00:00


adesso, cosa diavolo stai facendo?"

March aveva estratto la pianta morta dal vaso per recuperare la chiave della cassetta di sicurezza.

"Devo prendere un aereo fra due ore".

Jaeger guardò la valigia. "Non mi dire... una vacanza! Un po' di musica di balalaike sulle rive del Mar Nero..." Incrociò le braccia e scalciò con le gambe in un'imitazione di un ballo russo.

March scosse la testa e sorrise. "Ti va una birra?"

"Se mi va una birra?" Jaeger era già fuori dalla porta prima che March potesse voltarsi.

Il piccolo bar in Oberwall Strasse era gestito da un ex agente dell'Orpo che si chiamava Fischer. Puzzava di fumo e sudore, di birra rancida e cipolle fritte. Quasi tutti i clienti erano poliziotti. Le uniformi verdi e nere si affollavano intorno al banco e nei séparé semibui.

Il volpone e l'orso furono accolti calorosamente. "Vai in vacanza, March?"

"Ehi, Jaeger, un'altra volta avvicinati un po' di più al rasoio!"

Jaeger insistette per offrire da bere. March scelse un séparé in un angolo, mise la valigia sotto il tavolo, accese una sigaretta. Lì c'erano uomini che conosceva da dieci anni. Gli autisti di Rahnsdorf con le loro barzellette sconce. I bevitori arrabbiati che si occupavano dei reati più gravi in Worth Strasse. Non li avrebbe rimpianti. Walther Fiebes era solo al banco, curvo con aria desolata davanti a una bottiglia di schnapps.

Jaeger tornò e alzò il bicchiere. "Prost!" "Prost!"

Max si asciugò la schiuma dalle labbra. "Buone salsicce, buoni motori, buona birra... i tre doni della Germania al mondo". Lo ripeteva sempre quando bevevano; a March mancava il coraggio di farglielo notare.

"Dunque, cos'è questa storia di un viaggio in aereo?" Per Jaeger, quella parola sembrava evocare immagini esotiche. Il viaggio più lungo che avesse fatto era stato per recarsi da Berlino a un campeggio per famiglie sul Mar Nero... una vacanza presso Gotenburg l'estate precedente, organizzata da ForzanellaGioia.

March girò leggermente la testa e si guardò intorno. La tipica occhiata precauzionale tedesca. I due séparé vicini non erano occupati. Dal bar giungevano scrosci di risate.

"Devo andare in Svizzera. Nebe mi ha dato un visto di ventiquattr'ore. La chiave che hai notato poco fa in ufficio... l'ho presa stanotte dalla cassaforte di Stuckart. Apre una cassetta di sicurezza a Zurigo".

Jaeger sgranò gli occhi. "Dev'essere là che tengono le opere d'arte.

Ricorda quello che ha detto stamattina Globus: le portavano fuori dal paese e le vendevano in Svizzera".

"C'è qualcosa di più. Ho parlato di nuovo con l'americana. Sembra che Stuckart le avesse telefonato a casa sabato sera perché voleva defezionare".

Defezionare. L'azione innominabile. La parola rimase sospesa nell'aria fra loro.

Jaeger disse: "Ma questo la Gestapo lo saprà, Zavi. Senza dubbio il telefono della ragazza è sotto controllo".

March scosse la testa. "Stuckart era troppo furbo. Si è servito della cabina di fronte alla casa di lei". Bevve un sorso di birra. "Capisci, Max? Mi sembra di essere un uomo che scende una scala al buio. Prima, il cadavere nel lago risulta un alter Kàmpfer. Poi la sua morte è collegata a quella di Stuckart. Stanotte il mio unico



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