Firmato Picpus by Georges Simenon

Firmato Picpus by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: poliziesco
ISBN: 9788845914836
editore: Adelphi - gli Adelphi (Le inchieste di Maigret) set 99
pubblicato: 1999-08-31T22:00:00+00:00


6. Maigret scopre Picpus

I tecnici avevano preso in considerazione l'enigma del suddetto Picpus. Milioni di persone, aprendo il giornale, cercavano quel nome nei titoli a caratteri cubitali. Era diventata una tiritera.

«Non hai visto Picpus?»

«E Picpus? Come sta Picpus?»

I tassisti finalmente avevano trovato un nuovo epiteto per i colleghi maldestri.

«Ma cammina, Picpus!»

Fu una mosca, una volgare mosca da cucina, che fece scoprire il famoso Picpus. Maigret, quel mattino, si era alzato più tardi del solito, perché era rimasto dalla contessa fino alle due di notte. L'aria serbava ancora un po' di freschezza piacevole mentre il sole, illuminando le case, annunciava ore calde.

Maigret, che adorava bighellonare quando Parigi si destava, dal boulevard Richard-Lenoir non si era recato immediatamente al Quai des Orfèvres e come un pensionato, a piccoli passi, aveva deviato per la République.

La sera prima, nei salotti di rue des Pyramides, aveva giocato a far la parte dell'idiota. Al suo arrivo, vestita di garze vaporose, più teatrale di una prima attrice del Théatre-Français, la contessa gli era corsa incontro.

«Non dica niente!... Venga con me, caro commissario...

Se sapesse come sono emozionata di ospitare in casa mia un uomo così famoso...»

Lo aveva trascinato in un boudoir. Aveva parlato. Parlato.

Aveva supplicato Maigret di non far scoppiare uno scandalo nei suoi salotti. Ospitava solo gente di ottima estrazione, gente che occupava posizioni in vista...

«Proprio poco fa, dicevo al principe...»

Appoggiava incessantemente la mano, carica di pesanti anelli falsi, sul ginocchio del commissario che guardava con gli occhi più acquosi che mai quella donna effervescente.

«Vuole veramente passare una serata con noi?... No, non conosco il signor Blaise... La sua descrizione non mi ricorda nessuno dei nostri amici... Perché qui siamo tra amici, vero? Se ciascuno partecipa alle spese, come è naturale in un'epoca così difficile...»

Cinque minuti dopo, presentava Maigret, la cui fotografia compariva così spesso sui giornali, come un colonnello in pensione e si sedeva al suo tavolo di bridge, quello dei principianti, per dargli lezione. Trovava nondimeno il tempo di avvisare tutti, di andare a bisbigliare a ogni tavolo.

«E' il famoso commissario Maigret... Non lo guardi...

E' venuto in incognito per chiedermi consiglio...»

Per strada, ora, Maigret guardava i passanti dicendosi che Parigi era popolata da migliaia e migliaia di fenomeni di quel genere, di esistenze misteriose o strampalate, che raramente venivano scoperte grazie a un dramma.

Raggiunse il "Café des Sports", in place de la République.

Entrò, esitò tra il bar e la sala, poi gli venne l'idea di sedersi nel posto abituale di Joseph Mascouvin. La sua mente lavorava macchinalmente. Picpus! Perché Picpus, nome di una strada popolosa, di un quartiere verso il Père-Lachaise?

«Cameriere!... Una birra...»

«Subito, signor commissario...»

Nestor, con le maniche rimboccate sulle braccia pelose, faceva pulizia. Sola in un angolo, una giovane di provincia con la valigia aspettava forse qualcuno e beveva un caffè macchiato.

«Allora, signor commissario, quel povero signor Mascouvin?»

Nestor si chinò per posare la birra sul tavolino. Il commissario osservò la testa calva o più esattamente seguì con gli occhi il volo di una mosca che vi si posò e che il cameriere parve non sentire.



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