Fondazione e Terra by Isaac Asimov

Fondazione e Terra by Isaac Asimov

autore:Isaac Asimov
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 1985-12-31T23:00:00+00:00


8

Trevize lanciò qualche breve occhiata a Bliss, che sembrava completamente concentrata su Bander: ormai Trevize credeva di sapere cosa stesse succedendo.

Bander, malgrado il suo peana alla libertà, trovava irresistibile l’opportunità che gli si fosse presentata: non poteva parlare coi robot su una base di parità intellettuale, men che meno con gli animali. Parlare coi suoi concittadini Solariani era un’esperienza spiacevole, per lui, e le comunicazioni indispensabili dovevano essere qualcosa di forzato e privo di qualsiasi spontaneità.

Per quanto riguardasse Trevize, Bliss e Pelorat, pur se Bander li considerasse semi-umani, pur se violassero la sua libertà come avrebbero potuto violarla i robot e gli animali, per Bander erano esseri di pari livello intellettuale, o quasi, e la possibilità di parlare con loro era un lusso unico, senza precedenti.

Ecco perché Bander aveva quell’atteggiamento di estrema apertura e loquacità, pensò Trevize. E sicuramente Bliss lo stava incoraggiando, spingendo delicatamente la mente di Bander in una direzione che lui comunque aveva già preso.

Era probabile, inoltre, che Bliss volesse farlo parlare il più possibile nella speranza che il Solariano rivelasse qualche dato utile riguardo la Terra. Trevize era d’accordo, così anche se l’argomento della discussione non lo avesse incuriosito poi tanto sarebbe stato al gioco senza esitare.

— Che funzione hanno quei lobi cerebrali? — chiese.

Bander rispose: — Sono trasduttori. Sono attivati dal flusso termico, e lo trasformano in energia meccanica.

— Non ci credo: il flusso termico è insufficiente.

— Piccolo semi-umano, tu non rifletti... Se vi fossero molti Solariani ammassati insieme, e se ognuno cercasse di sfruttare il flusso termico, in tal caso, sì, la riserva calorica non basterebbe. Io, però, dispongo di oltre quarantamila chilometri quadri esclusivamente miei. Da questi quarantamila chilometri quadri posso ricavare tutta l’energia termica che mi occorra, indisturbato, per cui la quantità è sufficiente.

Capisci?

— È così semplice raccogliere il flusso termico su un’area tanto vasta? Il solo fatto di concentrarlo richiederà una quantità enorme di energia.

— Può darsi, ma io non me ne rendo conto. I miei lobi trasduttori concentrano in continuazione il flusso termico, e l’energia meccanica per compiere un lavoro è sempre disponibile. Quando ho sollevato nell’aria le tue armi, una parte dell’atmosfera illuminata dal sole ha perso una percentuale del calore eccedente che riversava nella porzione in ombra dell’atmosfera, dunque per compiere quell’atto ho sfruttato l’energia solare. Invece di usare congegni meccanici od elettronici, però, mi sono servito di un apparato neuronico. — Bander toccò piano uno dei lobi. — Agisce con rapidità, con efficienza, costantemente... e senza sforzo alcuno.

— Incredibile — mormorò Pelorat.

— Per nulla incredibile — ribatté Bander. — Pensiamo alla finezza dell’occhio e dell’orecchio, al modo in cui siano in grado di mutare piccole quantità di fotoni e di vibrazioni in informazioni. Un fenomeno incredibile, per chi non vi si fosse mai imbattuto... I lobi di trasduzione non sono certo più incredibili dell’orecchio e dell’occhio: semplicemente, non sono qualcosa di familiare per voi.

Trevize disse: — Cosa fate con quei lobi trasduttori continuamente in funzione?

— Governiamo il nostro mondo — rispose Bander. — Ogni robot di questa ampia tenuta riceve la propria energia da me, o meglio, dal flusso termico naturale.



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