Forse non tutti sanno che in Emilia Romagna... by Paolo Cortesi

Forse non tutti sanno che in Emilia Romagna... by Paolo Cortesi

autore:Paolo Cortesi [Cortesi, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2018-10-08T22:00:00+00:00


39 Orsini scrisse di Giuseppe Mazzini: «Egli è sempre salvo, per la semplice ragione che non si espone mai».

40 Fu uno dei pochi superstiti della battaglia di Little Big Horne (25 giugno 1876), dove Sioux e Cheyenne sterminarono i soldati del tenente colonnello George Custer.

27. …ci fu il primo ferito italiano della Grande Guerra

Alle tre e mezza del pomeriggio di domenica 23 maggio 1915, l’ambasciatore italiano Giuseppe Avarna duca di Gualtieri consegnava al ministro degli Esteri austriaco barone Istvan Buriàn von Rajecz la dichiarazione di guerra.

Il Regno d’Italia si considerava in istato di guerra con l’Impero austro-ungarico dalle ore 24 di quel giorno, cioè dal primo minuto dopo la mezzanotte italiani e austriaci si potevano ammazzare a volontà (anzi, il massacro più esteso di nemici sarebbe stato considerato come un trionfo da solennizzare con medaglie e Te Deum).

Esattamente dodici ore dopo, alle tre e mezza della notte fra il 23 ed il 24 maggio, una piccola squadra navale austriaca attaccò Porto Corsini, una località sul mare a tredici chilometri da Ravenna, dove era stata costruita una piazzaforte per la difesa costiera. Non era un caposaldo formidabile, gli italiani non avevano che quattro cannoni da 120, vecchi pezzi riciclati dalla corazzata Sardegna, che potevano disporre di soli ventotto proiettili, cioè sette ciascuno.

La squadra austriaca era salpata da Pola, la principale base della Kriegsmarine sull’Adriatico, proprio allo scoccare della mezzanotte.

Il cacciatorpediniere Scharfschutze entrò nel porto approfittando dell’oscurità, ma soprattutto del fatto che i marinai territoriali che presidiavano Porto Corsini non sapevano ancora della dichiarazione di guerra.

Alcuni soldati furono mandati a vedere quali navi stessero entrando nel porto canale, che erano credute italiane. Appena i militari furono abbastanza vicini da chiedere «chi siete? da dove venite?», dalle sagome nere partì un inferno di fucilate e cannonate. Il marinaio telemetrista Giacomo Conti venne colpito al ventre e fu il primo ferito italiano della grande guerra.

Ben presto, si vide che sei navi austriache s’erano introdotte nel porto canale e iniziarono a cannoneggiare le strutture costiere, sparando a casaccio verso ogni obiettivo possibile, sia militare che civile: il faro, la stazione di salvataggio, i magazzini, le case dei pescatori e i pescherecci, facendo venti feriti ed un morto, il povero Natale Zen, operaio militarizzato, a cui è dedicata una via di Marina di Ravenna41, colpito a morte da una granata mentre era nella sua camera da letto.

Giacomo Conti ebbe, con decreto luogotenenziale del 2 settembre 1915, la medaglia d’argento con questa motivazione: «Perché, sempre primo a mettersi a disposizione al momento del bisogno, al primo albore del 24 maggio 1915 alla stazione di riconoscimento e per meglio scorgere le navi nemiche e sfidando il loro fuoco andava volenteroso e senza titubanza sulle dighe di Porto Corsini, in vicinanza delle quali trovavasi una nave austriaca; ferito gravemente all’addome, dimostrava stoica fermezza».

Dopo un’ora di combattimento, le navi austriache si allontanarono, tre di esse erano state colpite. Alcuni loro marinai furono feriti e uccisi, e probabilmente furono le prime vittime austroungariche della prima guerra mondiale.

I pochi



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