George - Vita e miracoli di un uomo fortunato by Vittorio Zucconi

George - Vita e miracoli di un uomo fortunato by Vittorio Zucconi

autore:Vittorio Zucconi [Zucconi, Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:18:19+00:00


La collinetta dei complotti

Noi vinceremo perché amiamo la morte più di quanto gli americani amino la vita.

Osama bin Laden, Lettera all’America,

17 aprile 2003

Sulla Elm Street di Dallas, la strada che condusse John F. Kennedy direttamente all’eternità nel novembre del 1963, nulla è cambiato in quarant’anni. Niente è stato toccato, rimosso, spostato, perché quell’angolo di Texas, squallido e chiuso tra uno svincolo stradale, i binari della ferrovia e il massiccio edificio rossastro del deposito municipale di libri è un sacrario e insieme un palcoscenico di spettri e di dubbi.

Sulla destra di chi scende verso l’imbocco dell’autostrada, oggi come il giorno in cui JFK la percorse, c’è ancora il piccolo rilievo, non più di un foruncolo di terra coperto d’erba, divenuto famoso come “the Grassy Knoll”, involontario monumento funebre alla fine non soltanto di un uomo, ma di un’età, l’età dell’innocenza americana e della fede cieca e assoluta nella sincerità del proprio governo. “The Grassy Knoll” è il luogo dove nacque la ormai insopprimibile “sindrome di Dallas”.

Da quella collinetta, sguardi di testimoni agitati, ricostruzioni fantasiose, frettolosi rapporti ufficiali e documenti fotografici di dubbia credibilità hanno visto, per quarant’anni, alzarsi uno sbuffo di fumo, muoversi misteriosi personaggi con l’ombrello aperto in un giorno di pieno sole, nascondersi ombre, raccogliersi le “prove” che da lì sia partito il vero proiettile che ha ucciso Kennedy, il colpo di grazia che dovette finire frontalmente il lavoro cominciato da Lee Harvey Oswald alle spalle.

Mai dimostrato e mai completamente smentito per chi vuole credere e Vittorio Zucconi

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2004 - George

per sempre ci crederà perché i contemporanei che potrebbero sapere la verità stanno invecchiando e morendo a uno a uno, l’agguato dal rilievo erboso accanto a Elm Street sarebbe, se fosse vero, la bomba capace di polverizzare l’edificio della versione ufficiale sull’omicidio di JFK e le conclusioni della Commissione Warren, ancorate alla teoria dell’attentatore solitario.

I cultori di questo scenario del “secondo cecchino” sono molti, accaniti e intolleranti. Formano il popolo del “Grassy Knoll”, matti, visionari, scettici, lucidi, secondo le diverse opinioni, il popolo che ha trovato nel film di Oliver Stone la propria Bibbia.

Il popolo del “Grassy Knoll”, la folla di coloro che negli Stati Uniti e nel mondo non credono più ad alcuna “versione ufficiale” degli eventi, i dietrologi, ha messo radici ed è divenuta una parte fissa del panorama politico e dello spirito nazionale, concimato da quegli anni sessanta che si snodano in una serie di assassini politici e in quella guerra in Vietnam disseminata di menzogne.

E se questa diffidenza pregiudiziale verso le parole del potere non è sorprendente in Europa o in Italia, dove la bugia e la dissimulazione del principe, già teorizzata da Machiavelli, sono norma di governo, la sindrome di Dallas fu una rivoluzione culturale per un popolo allevato fin dagli anni dell’asilo a credere che la loro repubblica si fondi sulla leggenda di un padre nobile, George Washington, che “non disse mai una bugia”

come le maestre ripetono incessantemente ai bambini raccontando l’apologo (falso) di George (Washington) bambino che confessò al padre di avere segato un albero di ciliegio in giardino, nonostante l’esplicito divieto di papà.



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