Gherardo Colombo - Lettera a un figlio su Mani Pulite (2015) by admin

Gherardo Colombo - Lettera a un figlio su Mani Pulite (2015) by admin

autore:admin [admin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-06-21T00:00:00+00:00


Il pool ha dato le dimissioni, si vocifera nel corridoio, per strada, sui giornali. L'opinione pubblica insorge contro il decreto, piovono in procura migliaia di attestazioni di solidarietà.

Nel giro di pochi giorni il decreto viene ritirato, ma ha già provocato una serie di effetti tra cui la scarcerazione di tanti imputati.

La nostra scelta di rendere pubblico il dissenso, leggendo il comunicato davanti alle telecamere, è stata oggetto di varie critiche. Il nostro è stato considerato una specie di atto politico che interferiva con le scelte del governo. Io ero e sono convinto che il decreto fosse incostituzionale, e che non potessimo non manifestare il nostro punto di vista per salvaguardare il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Riprendiamo subito a lavorare ma ci accorgiamo che progressivamente cambia, in modo sempre più significativo, l'atteggiamento nei confronti delle indagini. Secondo me questa trasformazione ha cause molto precise. All'inizio delle indagini, le prove coinvolgono persone molto in alto, con cui quasi nessuno si può identificare: il sindaco di una grande città, un ministro, un parlamentare.

E allora sono tutti concordi nello stigmatizzare comportamenti e individui. Il desiderio di legalità espresso dall'opinione pubblica prende spesso le forme inaspettate di un legalismo severo e quasi rigido. La gente abbraccia la nostra indagine, quasi mitizzandoci come salvatori della patria. Questo entusiasmo della società civile aiuta ad acquisire le prove, almeno nel primo periodo, anche perché chi ha commesso quel tipo di reati sente l'ostilità dell'opinione pubblica ed è portato a collaborare.

Via via che l'inchiesta prosegue, però, le prove ci portano a scoprire la corruzione di persone comuni, con le quali non è difficile identificarsi: l'ispettore del lavoro che prende la bustarella per attestare la regolarità del cantiere, l'agente della Guardia di finanza che lo fa per non accorgersi dell'irregolarità del piccolo esercizio pubblico, il commerciante che paga per ottenere l'appalto, il privato che ottiene irregolarmente la concessione edilizia per chiudere la veranda e via dicendo. A questo punto una fetta consistente di cittadini comincia a preoccuparsi e a chiedersi: «Ma questi giudici cosa vogliono fare, vogliono venire a vedere quello che faccio io? Se lo tolgano dalla testa». La disponibilità si trasforma in chiusura, e i canali di afflusso delle prove progressivamente si inaridiscono.



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