Ghizzoni Marco - 2016 - L'eredità del Fantini by Ghizzoni Marco

Ghizzoni Marco - 2016 - L'eredità del Fantini by Ghizzoni Marco

autore:Ghizzoni Marco
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Mystery, Foreign Language Fiction, Crime, Foreign Languages, Thriller & Mystery, Literature & Fiction, Thriller & Suspense, Italian
editore: Guanda
pubblicato: 2016-06-08T22:00:00+00:00


«Finalmente!» aveva esclamato il Cannizzaro quando il telefono aveva smesso di squillare.

Se non risponde nessuno vuol dire che non c’è nessuno! Mamma che insistenza.

Nervosetto, l’appuntato, e come poteva essere altrimenti? Una scheggia della palla di vetro natalizia che aveva rotto con una manata gli aveva lacerato la pelle tra l’indice e il pollice, e lì si era conficcata. Nulla di doloroso, per sua fortuna, ma un torrente di sangue non accennava ad arrestarsi nonostante la corsa in caserma per usufruire della cassetta del pronto soccorso.

Dopo aver disinfettato la ferita, aveva provato a estrarre la scheggia senza successo. Maledetta sfiga che lo perseguitava.

Fu sedendosi alla scrivania, scoraggiato e stanco, che si avvide del cellulare in bilico tra due grossi faldoni grigi. Durante la sua assenza, la vibrazione lo aveva fatto saltellare fino a farlo precipitare in quei dieci centimetri di niente che lo avevano nascosto ai suoi occhi quando era rientrato in caserma.

Si palpò le tasche. Sì, quello non poteva che essere il suo telefono, ed era pure tornato magicamente a funzionare. Ma come ci era finito lì?

Poco importava. Perché quando vide il numero delle chiamate perse, si rese conto che i suoi problemi erano ben altri. Tre del Bellomo in meno di cinque minuti, ma soprattutto – e questo era il dato più allarmante – nessuna telefonata dalla Elena.

Qui, i casi erano due: o si era stufata di lui, o era talmente arrabbiata che stava preparando una vendetta coi fiocchi.

Se avesse dovuto, non avrebbe saputo cosa scegliere. Solo di una cosa era certo: il maresciallo avrebbe aspettato.

Tolse il cotone idrofilo dalla mano e vide che il taglio continuava a sanguinare. Dopo quattro tentativi – causa la posizione bastarda del taglio che non consentiva al cerotto di fare presa – risolse con una garza da medicazione fin troppo grande e, messa la giacca sulle spalle, uscì di corsa dalla caserma.

Gli venne in mente quel proverbio che diceva: se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna. O qualcosa del genere.

Quindi?

Si sarebbe ripreso la Elena.

Deciso.

E il prima possibile.

Quella sera stessa.

Chiuse il portone principale a doppia mandata, emerse dall’oscurità del parcheggio già meno coraggioso di quanto fosse all’interno delle quattro mura e, fatti pochi passi, si trovò davanti l’impervia montagna in carne e ossa.

La Elena marciava spedita nella neve, in testa al gruppetto una stranamente silenziosa Franca e in fondo un ansimante don Fausto che arrancava aggrappandosi dove capitava.

«Ecco, magari non così presto» pensò l’appuntato, e fece un passo indietro scomparendo nell’oscurità.



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