Giocando a calcio a Kabul by Awista Ayub

autore:Awista Ayub [Ayub, Awista]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
Tags: General, Biography & Autobiography
ISBN: 9788858501665
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2010-10-06T22:00:00+00:00

Il sabato mattina si iscrivono al torneo e nel pomeriggio la squadra raggiunge l’Hindu Kush Field. Freshta è allibita: ci sono ragazze ovunque, sono trenta, quaranta, cinquanta.

Ragazze alte, magre, piccole, tozze: tutte si stanno allenando, facendo rimbalzare la palla sulle ginocchia, passandosela in cerchio.

Ragazze che indossano divise multicolori.

Ragazze incitate da una schiera di allenatori che urlano consigli.

Ragazze con lentiggini e capelli rossi, con lunghi capelli neri come Freshta e Laila, con corti riccioli come Miriam.

Samira osserva una dozzina di portieri, che per il freddo si strofinano le mani ricoperte dai guanti e si tuffano per parare una dozzina di passaggi.

“Da dove arrivano?”

Poi una figura alta e forte, con una folta treccia scura che le scende lungo la schiena, attraversa il campo: è Ariana. Si volta, le vede e si ferma di scatto.

Non appena la scorgono, le ragazze si rallegrano, eccitate all’idea che anche Ariana abbia saputo del torneo: grazie a lei, di certo vinceranno.

Corrono verso Ariana, sorridendo.

«Non posso giocare nella vostra squadra» si affretta ad annunciare.

«Perché no?» chiede Laila stupita.

«Mi sono infortunata»: Laila ricorderà che fu quella la risposta di Ariana.

«Adesso fa parte di un’altra squadra» esclama uno sconosciuto.

Si tratta di un uomo alto, con baffi sottili e scuri, e capelli neri e ricci.

«Anche se la sua squadra è stata eliminata, non può giocare per un’altra squadra.»

«Ma fa parte della nostra squadra» esclama allibita Freshta.

«No, non in questo torneo.»

Chi parla è Abdul Saboor Walizada, organizzatore del torneo e presidente del Comitato per il calcio femminile, nell’ambito della Federazione calcistica afgana.

Chiede quale sia il nome della loro squadra e prende nota dei loro nomi, delle loro età e dei loro numeri di cellulare.

«Roots of Peace» dice Freshta in inglese.

«Dovrebbe essere un nome in dari» ribatte Walizada dando un’occhiata ai loro visi pieni di eccitazione.

Scarabocchia qualcosa e dichiara: «Ho scritto Setara.»

Stelle.

«Tu sapevi del torneo. Perché non ci hai detto nulla?» chiede Laila ad Ariana non appena Walizada si è allontanato. «Siamo compagne di squadra, no?»

«Non pensavo che avreste giocato» risponde Ariana.

«Sono amica tua» dice Laila. «Avresti dovuto dirmelo.»

«Mi dispiace» risponde Ariana alzando le mani. «Mi dispiace» ripete, poi si allontana per salutare le nuove compagne di squadra.

Robina e Freshta voltano la testa dall’altra parte.

«Va bene ugualmente» mormora Samira prendendo Laila per il braccio. «Giochiamo.»

«No» ribatte Laila seccamente. «Se fai parte della nostra squadra, allora sei nella squadra. Se io andassi in un’altra squadra, come ti sentiresti?»

«Certo, certo» risponde Samira a disagio. «Ora però è il momento di giocare.»

Ma sul campo ci sono già due squadre.

«Ogni giorno si gioca soltanto una partita» dice Walizada, che si è nuovamente avvicinato. «Tornate domani.»

Mentre lasciano il campo, qualcuno grida loro: «Qui non potete giocare!».

È una ragazza di un’altra squadra.

«Siete arrivate troppo tardi» afferma. «Non potete più partecipare.»

«Hai paura?» ribatte Freshta.

«No» risponde quella. «È solo che non potete giocare con noi.»

«Perché?»

«Nella vostra squadra non avete abbastanza giocatrici.»

In effetti, tutte le altre squadre hanno sei giocatrici, comprese le riserve. Senza Ariana, loro sono soltanto in cinque.

Walizada, che era stato ad ascoltare, interviene.

«Come prima cosa giocate» dice rivolgendosi risolutamente alla ragazza.

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