Harry Potter 07 E I Doni Della Morte by J. K. Rowling

Harry Potter 07 E I Doni Della Morte by J. K. Rowling

autore:J. K. Rowling [Rowling, J. K.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-06-22T22:00:00+00:00


«Hermione!» tentò Harry. «Calmati...»

«No che non mi calmo!» urlò lei. Non l'aveva mai vista perdere così il controllo; sembrava pazza.

«Ridammi la bacchetta! Ridammela!»

«Hermione, per favore...»

«Non dirmi cosa devo fare, Harry Potter! Non ci provare! Ridammela subito! E TU!»

Puntò un dito accusatore contro Ron: sembrava quasi una maledizione, e Harry non poté biasimare l'amico che indietreggiò di parecchi passi.

«Ti sono corsa dietro! Ti ho chiamato! Ti ho supplicato!»

«Lo so» rispose Ron. «Hermione, mi spiace, davvero...»

«Ah, ti spiace!»

Rise, una risata acuta, incontrollata; Ron cercò con gli occhi l'aiuto di Harry, che si limitò a fare una smorfia impotente.

«Torni dopo settimane - settimane - e credi che dire 'mi spiace' basti a sistemare tutto?»

«Be', cos'altro posso dire?» urlò Ron. Harry fu lieto che reagisse.

«Ah, non so!» gridò Hermione, con spaventoso sarcasmo. «Frugati il cervello, Ron, non dovresti metterci più di un paio di secondi...»

«Hermione» intervenne Harry, che lo trovava un colpo basso, «mi ha appena salvato la...»

«Non m'importa!» strillò lei. «Non m'importa cosa ha fatto! Settimane e settimane, e per quello che ne sapeva potevamo essere morti...»

«Sapevo che non eravate morti!» mugghiò Ron, superando la voce di lei per la prima volta e avvicinandosi quanto gli permetteva il Sortilegio Scudo. «Harry è sempre sul Profeta e alla radio, vi cercano dappertutto, girano voci e storie pazzesche, l'avrei saputo subito se foste morti, voi non avete idea di com'è stato...»

«Com'è stato per te?»

La voce di Hermione ormai era così acuta che presto l'avrebbero percepita solo i pipistrelli, ma aveva raggiunto un livello di indignazione che la lasciò per un momento senza parole, e Ron colse al volo l'occasione.

«Volevo tornare un minuto dopo che mi ero Smaterializzato, ma sono finito dritto in una banda di Ghermidori, Hermione, e non sono riuscito ad andare da nessuna parte!»

«Una banda di cosa?» chiese Harry, mentre Hermione si abbandonava su una sedia con gambe e braccia incrociate così strette che probabilmente non le avrebbe districate prima di qualche anno.

«Ghermidori» ripeté Ron. «Sono dappertutto, bande che cercano di far soldi consegnando Nati Babbani e traditori del loro sangue, c'è una ricompensa del Ministero per ogni cattura. Io ero solo e si vede che ho un'età da studente, erano tutti eccitati, pensavano che fossi un Nato Babbano in clandestinità. Ho dovuto inventarmi qualcosa in fretta per non farmi portare al Ministero».

«Che cosa gli hai detto?»

«Che ero Stan Picchetto. La prima persona che mi è venuta in mente».

«E ti hanno creduto?»

«Non sembravano sveglissimi. Uno era sicuramente mezzo troll, a giudicare dal puzzo...»

Ron lanciò uno sguardo a Hermione, nella speranza che la battuta l'avesse ammorbidita, ma la sua faccia rimase di pietra sopra le braccia e gambe annodate.

«Comunque, si sono messi a discutere se ero Stan o no e hanno cominciato a litigare. Era un po' patetico a essere sincero, ma loro erano cinque e io ero da solo, e mi avevano preso la bacchetta. Poi due si sono azzuffati e mentre gli altri erano distratti sono riuscito a dare un pugno nello stomaco a quello che mi teneva fermo, gli ho strappato la bacchetta, ho Disarmato il tipo che aveva preso la mia e mi sono Smaterializzato.



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