Hayes Terry - 2013 - Pilgrim by Hayes Terry

Hayes Terry - 2013 - Pilgrim by Hayes Terry

autore:Hayes Terry [Hayes Terry]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Thrillers
ISBN: 9788858663059
Google: lf28AQAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-11-18T23:00:00+00:00


Capitolo Quattordici

Superai l’immigrazione turca senza difficoltà e quando raggiunsi l’area ritiro bagagli la mia Samsonite era già sul nastro. Mentre mi avviavo a recuperarla vidi che ancora nessun altro bagaglio del mio volo era arrivato e capii cos’era successo: il mio era stato scaricato per primo e inviato all’ufficio del MIT, l’agenzia d’intelligence turca presente in aeroporto, per essere ispezionato e fotografato.

Non ero offeso: si supponeva che fossi un ufficiale sotto giuramento di una potenza straniera ed era comprensibile che si interessassero a me, ma per l’amor di Dio, non avrebbero potuto almeno farlo in maniera professionale, mandando la valigia sul nastro insieme alle altre del mio volo? Mi guardai intorno nella zona della dogana ma non vidi nessuno di sospetto. Probabilmente erano in una stanza al piano di sopra e mi tenevano d’occhio tramite una delle telecamere a circuito chiuso.

Attraversai la dogana senza intoppi, mi immersi in un mare di insistenti tassisti e trovai la navetta che mi avrebbe portato al terminal dei voli nazionali. In confronto la versione internazionale sembrava deserta: c’erano uomini con grandi urne di ottone sulla schiena che vendevano tazze di tè alla mela, bancarelle improvvisate con dolci pieni di zucchero e bracieri dove si arrostivano noccioline. Senza contare che c’erano quasi quaranta gradi, il caldo era come un muro, e i pompieri ci avrebbero messo una settimana a districarsi nel traffico.

Mi misi in coda al check-in della Turkish Airlines e centimetro dopo centimetro arrivai di fronte a una ragazza con pesanti gioielli d’oro, troppo trucco e un foulard che le copriva i capelli: secondo l’Islam, la somma gloria per una donna. Prese la valigia, in cambio del biglietto mi diede una carta d’imbarco e m’indirizzò al gate.

La fila ai controlli di sicurezza superava i cento metri, ma riuscii ad aggirarla avvicinandomi a uno dei supervisori e dicendogli, in inglese e nelle poche parole di turco a mia disposizione, che avevo una pistola. Fui scortato in un ufficio privo di finestre dove cinque uomini, tutti in abito scuro e con la sigaretta in bocca, esaminarono il mio passaporto, il distintivo dell’agenzia e altri documenti, tra cui una copia di una lettera della Casa Bianca al presidente della Turchia in cui lo si ringraziava per l’assistenza data all’FBI “in questa vicenda triste e sfortunata”.

Quello fu il documento che servì allo scopo; due di loro chiamarono un’auto da golf e mi fecero portare al gate del volo per Milas-Bodrum. Fui il primo passeggero ad arrivare. Mancava più di un’ora alla partenza e il mio piano era aprire il computer e continuare a studiare i miei casi passati. Non andò così.

Mi ero appena seduto quando alzai lo sguardo verso uno schermo televisivo appeso al soffitto. Era sintonizzato su un canale d’informazione turco che stava trasmettendo immagini di repertorio di alcune montagne in Afghanistan. Pensai che si trattasse solo dell’ennesima storia sulla guerra infinita e stavo per distogliere lo sguardo quando sullo schermo vidi le immagini di una valigetta e degli elementi necessari per fabbricare una bomba sporca.

A quel



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