Hijra by Saif ur Rehman Raja

Hijra by Saif ur Rehman Raja

autore:Saif ur Rehman Raja [Raja, Saif ur Rehman]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2024-03-12T23:00:00+00:00


7.

Oggi è un grande giorno.

Per me.

Ho deciso di superare il mio imbarazzo. Di affrontare le mie ansie. Di buttarmi. Non ce la facevo più. Murato in un mondo tutto mio. Senza mai aprirmi ad alcuna possibilità per paura. Oggi chiudo un capitolo. Ci ho pensato a lungo e ho scelto. Saprei cosa rispondere, se me lo chiedessero. È stato doloroso. Ma non voglio più stare in mezzo.

Sono italiano.

La mia terra non sembra avere molto da darmi. E io vivo qui, ormai. È questo il mio presente e voglio abbracciarlo a pieno. Ho deciso da che parte stare.

Mi lavo, mi vesto e metto due gocce di profumo. Voglio essere irresistibile. Mi sento invincibile.

Mi telefona Filippo. Gli avevo detto che non sarei andato. Poi ho cambiato idea. Ci vediamo oggi, la settimana prossima lui va al mare.

“Ci sei vero, vecchio? Le prendi se mi dai buca.”

“No, no... ci sono, giuro.”

Esco di casa, mi vedo con Filippo allo stadio e andiamo verso l’appuntamento. Da soli e vicini come i vecchi tempi. Anche se siamo distanti anni luce. Il nostro tempo si è esaurito, è innegabile. Quest’amicizia presto svanirà e prenderà la forma di domande che nascono dai ricordi.

Starà bene? È felice? Mi pensa? Dovrei scrivergli per vederci?

“Ti hanno bocciato, ve’?”

“Mi sono fatto bocciare, lo sai.”

“Sì, ma sei un coglione, cioè potevi dirglielo che non lo volevi fare lo scientifico.”

“Fosse così semplice.”

Sì, io, lo studente modello, il primo della classe, quello con la mano sempre alzata, sono stato bocciato. Ho perso un anno. Quattro materie insufficienti: 2 in italiano, 5 in matematica, 4 in latino, 5 in storia.

Ma va bene così. L’ho voluta, la bocciatura.

Abba Shabbir non esiste nella mia vita, non ne fa parte. E non può obbligarmi a frequentare una scuola se non voglio. Sono figlio di Shakeela: lei non parla, insegna con gli esempi. E io non insisto a parlare con abba Shabbir, gli mostro che, se non voglio studiare, non studio.

La bocciatura è il mio primo atto di ribellione. Voglio decidere io chi sono. Liceo psicopedagogico: la mia strada. A settembre sarò lì; lontano da Filippo, ma almeno studierò qualcosa che mi interessa davvero. Psicologia, pedagogia, sociologia.

Oggi, comunque, è un grande giorno. Non per la bocciatura. Anche se tutti sembrano dispiaciuti quando arriviamo a casa di Laura, non dispiace a nessuno: nemmeno una mezza frase in un anno e oggi non glielo concedo il lusso di provare dispiacere.

Oggi è un grande giorno perché partecipo al pranzo di fine anno, chiudo un ciclo. Decido di mangiare in mezzo agli italiani, in un grande gruppo per la prima volta. Non come le merende-compleanno. Questo è un evento programmato da settimane. Anche se a settembre sarò in un’altra scuola, Filippo mi ha voluto invitare. Io ho accettato: una mia decisione, con tutte le sue conseguenze che non so prevedere.

È metà giugno, fa caldo. Tutti gli altri hanno molte parti del corpo scoperte. Io, invece, oso mostrare solamente il viso, le braccia e le mani. Mi vergogno del mio corpo.



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