Hitler... by Antonio Spinosa

Hitler... by Antonio Spinosa

autore:Antonio Spinosa [Spinosa, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-27T08:46:22+00:00


Molti di essi, a cominciare da Goring, si erano ingrassati a dismisura navigando nell’agiatezza connessa ai loro lucrosi uffici.

La settimana dell’annuale assise di Norimberga era per Hitler la più sentita fra tutte le manifestazioni pubbliche della nazione.

Egli entrava in uno stato di ebbrezza che sfogava in discorsi interminabili, spesso dal contenuto astratto.

Immancabilmente i suoi più importanti discorsi congressuali erano quelli della Kulurrede, l’allocuzione sulla cultura in cui tracciava le linee della mistica nazista e dell’intervento conclusivo.

Ma gli si presentavano innumerevoli occasioni per prendere continuamente la parola, e fra tutte preferiva le cerimonie in cui si posava la prima pietra di questo o di quell’edificio che avrebbe dovuto fare di Norimberga la nuova Tempelstadt del nazismo.

Ogni anno il Reichsparteitag offriva il motivo per lo svolgimento di parate, di adunate, di manifestazioni folkloristiche che culminavano nelle inesauribili sfilate nel Marktplatz.

Per ore e ore lui assisteva, rapito e statuario, ai caroselli di migliaia e migliaia di uomini e di donne, e al termine risaliva stordito sulla sua Mercedes scoperta.

Negli ambienti a lui più vicini si insinuava che la rigidezza e l’ascetismo dei suoi atteggiamenti non fossero che una posa per impressionare le folle.

La particolare attenzione che egli dedicava alla sua immagine pubblica era anche testimoniata dal fatto che, prima di esibire un nuovo indumento, un’uniforme o un costume tirolese, si faceva fotografare per studiarne l’effetto e apportarvi le eventuali modifiche.

Vigevano severe disposizioni che proibivano di ritrarlo nei momenti di familiarità ai quali a volte si abbandonava.

Spesso si divertiva sgangheratamente alle salaci facezie dei suoi cortigiani, e quando rideva lo faceva portando pudicamente una mano alla bocca come una signora della piccola borghesia.

A teatro gli piacevano le pochades, e al cinema la loro trasposizione filmica.

Nelle lunghe serate noiose al Berghof assisteva, ridacchiando e sonnecchiando, alla proiezione di pellicole leggere, come Qua, pilota scavezzacollo del mediocre regista Heinz Ruhmann, o Le due foche, una salace comica di Weiss Ferdl.

Tra le sue preferenze figuravano filmetti musicali o film stranieri proibiti al pubblico tedesco.

I rapporti italo-tedeschi continuavano a migliorare, ma sempre fra qualche incertezza a causa delle strizzatine d’occhio che Roma e Berlino, ognuno per conto proprio, ancora rivolgevano alla Francia e alla Gran Bretagna.

Mussolini infatti aveva inviato il ministro Ciano a Londra ,ffinché vi

firmasse un accordo, chiamato gentlemen’s agreemet, col quale si riconosceva come interesse vitale degli italiani e degli inglesi il diritto di entrare nel Mediterraneo, di uscirne e di transitarvi liberamente.

Un passo del genere non poteva non impensierire il Fuhrer, il quale però rispondeva moltiplicando le sue cortesie nei confronti del duce e già pensava di invitarlo a Berlino.

La preparazione di questo evento si presentava complessa, e aveva comunque l’obiettivo di scardinare il fastidioso gentlemen’s agreement italo-inglese.

Goring, che aveva particolari rapporti di amicizia con l’Italia, fu a Roma per tastare il polso a ussolini sul mai accantonato proposito hitleriano di annettersi l’Austria, ma il duce non evitò di confermargli la propria contrarietà.

Dovette correre ai ripari il ministro degli Esteri von Neurath, rassicurandolo che Berlino non avrebbe mai invalidato l’accordo austro-tedesco sottoscritto con il cancelliere Schuschnigg, a meno che gli Asburgo non fossero tornati sul trono.



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