I Giorni Del Miele E Dello Zenzero by Annia Ciezadlo

I Giorni Del Miele E Dello Zenzero by Annia Ciezadlo

autore:Annia Ciezadlo [Ciezadlo, Annia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858506158
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2012-02-13T23:00:00+00:00


Capitolo Diciassette

LA RIVOLUZIONE VERDE

Il 14 febbraio 2005, un camion bomba con un carico di una tonnellata di tritolo si lanciò contro un corteo di automobili blindate che percorreva la Corniche: a bordo di una di esse viaggiava Rafik Hariri. Soldati e poliziotti circondarono l’enorme cratere scavato dall’esplosione, mentre i soccorritori estraevano corpi carbonizzati dalle macchine in fiamme. Su Future TV, la giornalista scoppiò a piangere nell’annunciare che Hariri, il miliardario ex premier proprietario dell’emittente televisiva, era morto. Folle inferocite si riunirono davanti alla villa di Hariri, proprio in fondo alla strada del Berkeley, urlando slogan antisiriani. Nei pressi dell’ospedale dove erano state portate le vittime, le donne singhiozzavano e si abbracciavano. Poche ore dopo l’assassinio, i politici dell’opposizione si riunirono nella casa di Hariri e stilarono un documento in cui accusavano della strage il regime siriano e il governo libanese filosiriano.

Quella notte, per andare in centro presi un servees. Le strade, solitamente piene di macchine, erano deserte, a parte qualche taxi che viaggiava a tutta velocità. Di tanto in tanto, gruppi di giovani sfilavano per la città a bordo di motociclette, sventolando gigantografie del defunto ex premier. A Zuqaq al-Blatt, un quartiere storico con edifici ottomani e del periodo del mandato francese, erano state fracassate le vetrine dei pochi negozi rimasti aperti. Frammenti di vetro scintillavano sui marciapiedi. I ristoranti del centro avevano le luci spente, le cene di San Valentino, da duecento dollari a prezzo fisso, erano state dimenticate. Nell’arco di poche ore, l’attentato aveva distrutto la bella favola in cui avevamo voluto credere: che il Libano si era ripreso, che era tornata la normalità, che la guerra era finita.

Come molte guerre, anche la “guerra civile libanese” non era stata un unico, singolo conflitto quanto un’epoca, un lungo crepuscolo di battaglie che scoppiavano e finivano in modo sufficientemente imprevedibile da lasciare disorientati e sconvolti i cittadini. Guerre per procura tra Siria, Israele, Iran e altri si trasformavano in una serie di scontri per bande tra milizie bene armate: la Guerra delle montagne, la Guerra delle bandiere, la Guerra degli accampamenti. Mentre era in corso, la maggior parte dei libanesi di mia conoscenza alludevano alla guerra con un patetico eufemismo che ricordava l’Irlanda del Nord e gli infiniti “disordini” di cui era stata teatro. Vi accennavano come agli “eventi”.

Per quasi tutti gli americani, il momento cruciale del conflitto libanese, quello che ne segnò l’inizio, fu l’ottobre del 1983, quando un attentatore suicida si lanciò con un camion bomba contro le caserme dei marines, nei pressi dell’aeroporto di Beirut, uccidendo 241 militari. L’investigazione, condotta dalle autorità americane, giunse alla conclusione che l’attentato era stato compiuto da miliziani sciiti. Miliziani che avrebbero poi costituito Hezbollah, un gruppo il cui nome significa “Partito di Dio”.

Nel 1989, Hariri aveva contribuito a organizzare un summit nella città saudita di Taif, dove aveva costruito un lussuoso albergo per i suoi regali committenti. In quel summit, i politici e i leader delle milizie libanesi firmarono un accordo di pace, sponsorizzato dai sauditi, che ridistribuiva il potere tra



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.