I miei figli spiegati a un razzista by Gabriella Nobile

I miei figli spiegati a un razzista by Gabriella Nobile

autore:Gabriella Nobile [Nobile, Gabriella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2020-02-06T17:35:25+00:00


Buongiorno Gabriella,

sono una mamma adottiva che vive con la più orgogliosa serenità la varietà di colori della propria famiglia.

Mi piacerebbe condividere un episodio che risale a prima dell’adozione di Nicolò e che mi ha profondamente scioccata.

Io e mio marito ci siamo rivolti alla nostra dottoressa di base per chiedere informazioni sulle possibili malattie che avremmo potuto affrontare per accogliere un nostro futuro figlio adottivo. Nei corsi pre-adozione erano stati chiari, i bambini che accoglierete potrebbero avere delle malattie, informatevi: la conoscenza è il requisito fondamentale per i futuri genitori adottivi, per capire cosa sono davvero in grado di fronteggiare. L’errore più comune è pensare di essere dei supereroi, dei super-genitori che davanti a una domanda del giudice – “Ve la sentite di accogliere un bambino con l’Hiv?” – non esiterebbero un secondo a rispondere “sì”.

E quindi, eccoci qui, seduti in ambulatorio, pronti a parlare di tutto, epatite, sindrome di Down, malattie genetiche. Il colloquio, però, si trasforma subito in una predica scoraggiante: “Sarà una via crucis, non fatelo”.

Fin qui la delusione è mista a una sensazione di sbigottimento. Ce lo sta dicendo davvero?

Ma non avevamo ancora toccato il fondo, perché al momento del congedo la dottoressa aggiunge: “Ma perché piuttosto non valutate un bambino nero?” sussurrato quasi fosse una parola tabù e ci stesse proponendo una scelta fuorilegge. Il colore nero è una disgrazia “minore” rispetto a una grave malattia?

Sento il calore di mio marito seduto accanto a me. Imbarazzo? Fastidio? Rabbia? Blocco con una mano la sua gamba pronta a scattare, so che sta per replicare con una scenata che potrebbe stare tra il comico e il violento.

Ripensando oggi a quel momento, con un figlio meravigliosamente marrone al nostro fianco, la reazione di incredulità vissuta lì si trasforma in panico.

Mi sforzo di pensare che la sua fosse una sorta di deformazione professionale che vede nel colore diverso un sintomo di qualcosa che non va… ma che sforzo! In ogni caso abbiamo cambiato dottore quella sera stessa.



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