Il cammino immortale: La strada per Santiago (Italian Edition) by Jean-Christophe Rufin

Il cammino immortale: La strada per Santiago (Italian Edition) by Jean-Christophe Rufin

autore:Jean-Christophe Rufin [Rufin, Jean-Christophe]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00FWHQK46
editore: Ponte alle Grazie
pubblicato: 2013-10-24T00:00:00+00:00


Asturie dal fondo delle età

Se Compostela fu la meta profana del mio itinerario, Oviedo costituì il punto culminante della sua componente religiosa. Felice d’aver avuto la rivelazione della dimensione spirituale del Cammino nel momento in cui cominciavo a sentire la mia motivazione venir meno, mi sono dedicato, a partire dalle Asturie, a un’esplorazione metodica dei santuari che incontravo. Quando però si ha questo appetito, le cappellette di campagna, le vie crucis, i romitaggi sono semplici stuzzichini. La fame del pellegrino in fase mistica non può essere saziata da quegli antipasti. Essi possono soltanto aiutare a pazientare, in attesa di quel piatto forte spirituale costituito dalla città santa di Oviedo.

I pellegrini del Medioevo ritenevano d’altronde quella città una meta imprescindibile. Un noto proverbio afferma che «Chi va a Santiago senza passare dal Salvatore venera il servo e trascura il Signore». San Giacomo è una figura di secondo piano rispetto al Cristo Salvatore al quale è dedicata la basilica di Oviedo. Con questa città santa si raggiunge dunque una prima meta del pellegrinaggio. A partire da lì, ha inizio un altro percorso, di cui molti d’altronde si accontentano: il Camino Primitivo. Nelle Asturie, che le loro montagne proteggevano dalle invasioni arabe, il re Alfonso II, nell’VIII secolo, venendo a sapere che a Compostela si erano scoperte le reliquie del santo, decise di andare a vedere di persona il miracolo. Partì da Oviedo e tracciò il cammino del primo pellegrinaggio. Arrivare a Oviedo vuol dire in qualche modo giungere al termine di un viaggio e accingersi a iniziarne un altro. Per quanto riguarda me, Oviedo segnò il culmine del mio (breve) pellegrinaggio cristiano. Resta il fatto che il Cammino fino a questa città fu intenso e bello, assai diverso dalle prime tappe profane e da quelle che sarebbero seguite.

Tutto congiurava, del resto, per rendere quel tratto di Cammino mirabile. Per cominciare, lasciavo la Cantabria e la sua costa, mi allontanavo dal mare che aveva costituito fino ad allora un riferimento e una guida. Mollare quel corrimano costiero voleva dire provare l’orgoglio del bambino che fa i suoi primi passi senza l’ausilio di una mano adulta. L’incognita delle terre, per quanto ridotta dai segnali giacomei, era più eccitante della lunga noria delle spiagge e delle baie.

Poi caddi vittima del fascino delle Asturie. Lì il Cammino è tracciato con la stessa cura con cui lo è nella regione basca, e porta il camminatore lontano dalle strade, riaprendo per lui antiche calzadas. Nelle Asturie sono stato subito colpito da qualcosa di aspro, di primitivo e al tempo stesso di grande nobiltà. Ne è simbolo il piccolo edificio onnipresente chiamato horreo. Giunto dal fondo delle età (si dice sia nato nel Neolitico), l’horreo è un granaio sopraelevato. I pilastri che lo sostengono sono sormontati da larghe pietre piatte, tagliate a forma di disco, che impediscono ai roditori di accedere alla parte superiore. Gli horreos originari sono coperti di paglia e cinti da un ballatoio di legno dove seccano erbe, spighe, fiori.

Questi poveri horreos sono spesso sfigurati da scale in cemento, tetti di tegole o di lamiera, finestre.



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