Il cliente di riguardo by Giampaolo Simi

autore:Giampaolo Simi [Simi Giampaolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Mystery & Detective
ISBN: 9788838945908
Google: h1bbEAAAQBAJ
editore: Sellerio Editore srl
pubblicato: 2023-10-08T22:00:00+00:00

Marzo

– La señora Nora... – mi ha fatto Alicia.

– Cosa?

– Non sappiamo dov’è. Non risponde al cellulare – mi ha chiarito Ramón.

Vedermeli davanti tutti e due, come se mi sbarrassero la strada verso la piscina appena riempita, mi ha messo in allarme. Ho appoggiato la tavola e ho guardato l’orologio. Le dieci e quarantadue. Nora si svegliava sempre intorno alle sette ma non la trovavo nel suo studio e nemmeno nel labirinto di corridoi e salotti del secondo livello. Non era nell’atelier che occupava interamente il terzo livello. E neanche più in alto, alla sommità del bastione principale a cui avevo ufficiosamente accesso da qualche settimana.

Dieci minuti dopo ci siamo ritrovati tutti al piano terra. Alicia è andata a controllare le suite per gli ospiti lungo il muro di cinta meridionale, Ramón è salito su per l’uliveto, a me è rimasta da ispezionare l’ala settentrionale, quella della mostra permanente.

Nelle sale si respirava ancora il fresco ruvido della notte appena passata. Ho acceso tutti insieme i centosei faretti e, forse perché ero da solo, ho avuto l’inquietante sensazione che le sculture di Thomas Beckford fossero tornate immobili, nella postura in cui erano state forgiate, mentre fino a un momento prima, nel buio, le aveva sicuramente animate una vita misteriosa.

L’ultima stanza dell’esposizione era interamente dedicata a «Black Box», la grande scatola nera, il cubo oscuro attraversato solo da sottili filamenti di luce rossa. Il lavoro postumo di Thomas Beckford la cui inaugurazione fallimentare aveva sancito il poco gradito ritorno di Nora in Versilia. Da quel giorno non si era più spostata dalla Scuda ed era diventata mèta di pellegrinaggio per connoisseur di arte contemporanea da tutto il mondo. Al centro di quel buio, una scultura su cui si erano fatte migliaia di ipotesi e di speculazioni, un’opera in cui l’immaginazione dell’osservatore era tutto, o quasi. L’emblema stesso, secondo molti critici, della nostra condizione di umani. Ciò che chiamiamo la verità è solo un’esile rete di sottili congetture nell’oscurità, un mosaico di cui possediamo pochissime, casuali tessere.

Il vetro di protezione rifletteva la torcia del mio cellulare, ma dopo qualche tentativo ho riconosciuto le dita con le unghie smaltate di nero. Le mani avvinghiate alle caviglie, i tendini tesi, le vene in rilievo sotto la pelle quasi trasparente, non dissimili da quelli della scultura che aveva accanto, se non per il colore. Ci ho messo un po’, a distinguere la sagoma di Nora rannicchiata accanto al piedistallo.

– Al prossimo incontro con la banca, dovresti andare così – mi ha fatto.

Mi ero scordato di essermi messo a cercarla senza ripassare da casa per togliermi la muta e il panama, cambiarmi e infilarmi ai piedi qualcosa di diverso dalle infradito.

– Ci penserò, ma che fai lì?

Era dentro «Black Box» da un paio d’ore, mi ha raccontato dopo. Aveva sognato suo padre e non era più riuscita a addormentarsi. Ora era di nuovo rannicchiata sotto una coperta, sulla sua poltrona preferita, una specie di conchiglia di velluto imbottita a metà fra il kitsch moderno e il barocco rivisitato.

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