Il crollo della cultura occidentale (Italian Edition) by John Carroll

Il crollo della cultura occidentale (Italian Edition) by John Carroll

autore:John Carroll [Carroll, John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2014-02-06T08:00:00+00:00


8. Illuminismo e Romanticismo

Descartes, Mozart e Kant

Alla fine del suo viaggio, l’umanesimo tenta di fare da sé. L’epoca è il XVIII secolo, il luogo è la Francia, il movimento è l’Illuminismo. Almeno i legami con il cristianesimo – cattolico o protestante – vengono recisi, e anzi le figure principali del movimento si scagliano con veemenza contro tutta la religione, denunciandola come superstizione, una catena barbarica ai piedi del trionfo dell’umanità razionale. Viene abbandonato anche il tentativo di innestare l’umanesimo sulla morale aristocratica. La ragione è sufficiente, capace di creare dal nulla la sua utopia sulla Terra senza altra etica di supporto se non il consiglio di Voltaire all’individuo: «Ricordati la tua dignità di uomo». Il termine stesso di Illuminismo dice tutto: il sole splendente di mezzogiorno del Rinascimento è ora una realtà realizzata e perfetta. Dove c’è la verità a illuminare la strada non c’è bisogno di religione. Né di morale. Siamo di fronte a una cultura senza ombre.

L’Illuminismo è il compimento dell’umanesimo. È l’incarnazione più pura e coerente dei suoi ideali, il più vigoroso, ottimista e fortunato tra i suoi figli. Il XVIII secolo è l’Età della Ragione. Il suo eroe è Sir Isaac Newton, che Voltaire sgomberando il campo definisce: «Il più grande uomo che sia mai vissuto». Il suo metodo è l’”intelligenza critica”. Egli forma e sviluppa le scienze della fisica, della chimica e della biologia.

Lo stesso vale per le nuove scienze dell’uomo: psicologia, sociologia, storia ed economia. Il progresso intellettuale è l’ideale dominante, e si dimostra di straordinario successo nella pratica. Per la prima volta il metodo scientifico viene astratto dagli interessi non razionali: lo studio dei fatti, come incalza Hume, è separato dai valori, dalla teologia, dall’estetica e dalla metafisica. È la mente applicata all’analisi di tutte le cose. Lo scopo non è più spiegare le vie del Signore agli uomini, ma capire la natura dell’umanità e del suo mondo.

Alexander Pope sostiene che il vero studio dell’umanità è l’uomo. Nessuno dissente, e Diderot si spinge anche oltre, affermando che è soltanto la presenza dell’uomo che dà significato al mondo. L’individuo è, al di là di ogni ambiguità, al centro, e sta per conto suo. Da Locke in poi, anche la dottrina del peccato originale viene respinta: l’umanità si affranca dal passato, dal dominio della trascendenza. Bacon, del resto, aveva già sostenuto che la scienza fosse in grado di liberare l’umanità dalla Caduta. Al contempo, la fede nel libero arbitrio si radicalizza e di estende all’ideale di “libertà”. Nel suo saggio del 1784, Che cos’è l’Illuminismo?, Kant scrive della crescita finale dell’uomo, della sua maturazione come essere libero e razionale, sotto il motto sapere aude, ‘osa sapere’.

Nella realtà, accade ciò che aveva predetto Lutero. La ragione e il libero arbitrio sono all’altra estremità della scala rispetto alla fede. Se si dà loro troppa importanza la scala traballa, come invariabilmente accade. Il grido indignato di Lutero contro Erasmo – «Tu non sei devoto!» – arriva a compimento con l’Illuminismo. Ciò è in parte necessario, poiché la radice



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