Il diritto di non emigrare by Maurizio Pallante

Il diritto di non emigrare by Maurizio Pallante

autore:Maurizio Pallante [Pallante, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Una contronarrazione del mondo

Riflessioni analoghe sulle migrazioni attuali si leggono nel libro Si fa sera e il giorno ormai volge al declino, in cui il cardinale Robert Sarah, nato in Guinea 74 anni fa, risponde alle domande che gli vengono rivolte dal giornalista Nicolas Diat. Questo è solo uno dei temi trattati nel libro e le argomentazioni del prelato in proposito erano già note, ma la loro sintonia con i testi delle canzoni di un giovane uomo, con un’esperienza di vita completamente diversa, lascia intravedere un inizio di ribellione all’egemonia culturale esercitata dalle società occidentali nei confronti dei Paesi africani, che li induce a disprezzare la loro storia, a omologarsi al sistema dei valori materialisti dei Paesi ricchi, a suscitare il desiderio di emigrare per inserirsi nel modo di produzione industriale. Rispondendo a una domanda del giornalista nel capitolo 11, intitolato «I nemici spietati», il Cardinale dice:

Certo, i flussi migratori sono sempre esistiti. La ricerca di una vita migliore o la fuga dalla povertà e dai conflitti armati non sono nuove. Gli attuali movimenti si distinguono però per la loro consistenza. Alcuni uomini affrontano rischi incredibili. Il prezzo da pagare è alto. L’Occidente viene presentato agli Africani come il paradiso terrestre. La fame, la violenza e la guerra possono spingere questi uomini a rischiare la propria vita per raggiungere l’Europa. Come possiamo, però, accettare che certi Paesi siano privati di tanti loro figli? Queste nazioni come potranno svilupparsi se tanti lavoratori sceglieranno la via dell’esilio? Quali sono queste strane organizzazioni umanitarie che girano l’Africa per spingere i giovani a fuggire promettendo loro una vita migliore in Europa? [Sono forse le stesse che portano i grandi schermi televisivi nei villaggi di cui parla Berlusconi?, N.d.R.] Perché la morte, la schiavitù e lo sfruttamento sono così spesso il vero risultato dei viaggi dei miei fratelli africani verso un immaginario eldorado? Sono indignato da queste storie. Le organizzazioni mafiose degli scafisti devono essere eliminate con la massima risolutezza. Curiosamente, esse restano del tutto impunite.

[…]

Bisogna fare tutto il possibile perché gli uomini possano restare nei Paesi che li hanno visti nascere. Tutti i giorni, centinaia di Africani muoiono nelle acque del Mediterraneo. La storia dei due giovani guineani che hanno cercato di fuggire clandestinamente da Conakry mi tormenta. Saliti nella stiva dell’aereo, sono morti di freddo durante il viaggio. Alcuni amici mi hanno raccontato di giovani provenienti dall’Africa che sono morti nelle celle frigorifere delle navi che trasportano banane. Questa barbarie non può più andare avanti.2

In Europa, i migranti sono privati della loro dignità. Esseri umani vengono ammassati nei campi e condannati a trascorrere le loro giornate senza fare nulla. In Francia, la Giungla di Calais era una vergogna. Come potete pretendere che un uomo senza lavoro possa andare incontro a una vera realizzazione personale? Lo sradicamento culturale e religioso degli Africani proiettati nei Paesi occidentali, che a loro volta attraversano una crisi senza precedenti, è una trappola mortale.

L’unica soluzione durevole passa attraverso lo sviluppo economico dell’Africa. I capi di Stato del mio continente hanno una grande responsabilità.



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