Il dito e la luna by Emanuele Severino

Il dito e la luna by Emanuele Severino

autore:Emanuele Severino [Severino, Emanuele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2021-12-12T23:00:00+00:00


«Corriere della Sera», 26 novembre 1994.

L’ingiuria, nobile arte. Purché

chi la esercita abbia un po’ di perfidia

Ancora non sono stato insultato come Spinoza, Kant, Fichte, Schelling, Hegel, Nietzsche, Heidegger e Gentile, ma sono sulla buona strada. Resisto alla vanagloria, ma sembra che in genere venga insultato chi disturba. Certo, con quel che succede nel mondo, che qualcuno tenti di acquistare benemerenze presso certi ambienti, sforzandosi molto di denigrare il mio pensiero filosofico, è cosa di secondaria importanza. Però c’è di mezzo la filosofia italiana contemporanea. C’è chi si mette a giocare con attrezzi complicati e delicati di cui non conosce il senso anche se insegna storia della logica o filosofia della scienza.

Qualche preoccupazione me la dà anche la nobile arte dell’ingiuria, che nel mio caso ho visto alquanto svilita, perché, tentando d’insultarmi, lo si è fatto in modo grigio, fiacco, scontato, quando invece lo si potrebbe fare con quell’efficace e magnanima perfidia che solo l’intelligenza può dare.

Certo, a volte capita di dover bocciare qualcuno nei concorsi universitari. Agli autori dei libri che si ricevono non si può sempre scrivere che sono buoni libri; a volte è meglio non rispondere affatto. Fatto sta che negli ultimi tempi, con una frequenza superiore alla media, qualcuno ha pensato di farsi un po’ di réclame e di crearsi benemerenze scrivendo che il mio discorso filosofico è ben poca cosa, o che il sottoscritto non conosce le regole più elementari della logica.

L’importanza culturale della logica è ovvia. E della logica, ovviamente, mi son sempre occupato. Tanto che, ad esempio, una trentina d’anni fa ho tradotto La costruzione logica del mondo di Rudolf Carnap, ora ripubblicato dall’Utet con un’introduzione rielaborata.

In Legge e caso (Adelphi, 1979) – mi si consenta un secondo esempio – ho considerato alcuni aspetti fondamentali della logica della probabilità (e a queste pagine si riferisce più volte il saggio di Giampiero Landenna e Donata Marasini, Uno sguardo alle principali concezioni probabilistiche, Giuffrè, 1986).

La logica e il sapere scientifico moderno sono interlocutori inevitabili della filosofia. Ma la filosofia, nella sua forma autentica, non è un riflesso della scienza e della logica, non desume da esse i propri metodi, i propri princìpi e il proprio rigore. La filosofia come scienza rigorosa, dice Husserl. Ma quest’espressione non può significare semplicemente che la filosofia deve essere rigorosa come la scienza, ma che la forma estrema, essenziale, insuperabile del «rigore» si trova in qualcosa che è essenzialmente diverso dalla scienza e dalla logica e che è appunto la forma autentica della filosofia.

La filosofia mette in questione tutto, anche la scienza, la logica e la tecnica, non perché, vivendo, non ci si debba servire di esse, ma perché – per dirla molto alla buona – nemmeno il sapere scientifico più rigoroso s’appoggia (né ormai vuol più appoggiarsi) a un fondamento assolutamente incontrovertibile, cioè alla «struttura originaria» del sapere. Le persone di cui parlavo sopra, che si dedicano con incompetenza all’arte dell’insulto, hanno invece intelligenza così acuta da credere che quando la filosofia mette in questione qualcosa si trovi semplicemente in uno stato d’ignoranza rispetto a ciò che essa mette in questione.



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