Il dono della rabbia e altre lezioni di mio nonno Mahatma Gandhi by Arun Gandhi

Il dono della rabbia e altre lezioni di mio nonno Mahatma Gandhi by Arun Gandhi

autore:Arun Gandhi [Gandhi, Arun]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788809865396
Google: XwE7DwAAQBAJ
Goodreads: 40966229
editore: Giunti
pubblicato: 2017-10-23T00:00:00+00:00


Quando ripenso a Bapuji, ne ricordo soprattutto il calore, la saggezza, e il sorriso affettuoso. Mio nonno insegnava con amore e pazienza.

Un giorno venne a parlargli una coppia che abitava nei pressi dell’ashram. Il figlio di sei anni, Anil, era malato, e il medico aveva individuato nello zucchero la causa dei suoi disturbi. Anil però andava matto per i dolci e aveva continuato a mangiarli di nascosto, aggravando la sua patologia. Per settimane la madre aveva cercato invano di convincerlo a smettere, e alla fine lo portò da Bapuji, chiedendogli di intervenire. Lui rispose: «Tornate tra due settimane».

La madre aveva raggiunto il limite della pazienza e non capiva il motivo di quell’ulteriore ritardo, ma obbedì. Quando tornarono, Bapuji attirò Anil a sé e gli bisbigliò qualcosa all’orecchio e si scambiarono un cinque con le mani. Nei giorni seguenti la madre restò sbalordita: il bambino aveva smesso di mangiare dolci e seguiva con perfetta diligenza la dieta prescritta dal medico. Il suo stato di salute migliorò e lei si convinse che Gandhi avesse compiuto un miracolo. Così tornò da lui per chiedergli come ci fosse riuscito.

«Non è stato un miracolo» rispose lui con un sorriso. «Dovevo rinunciare io stesso ai dolci prima di pretendere che lo facesse lui. Quando siete tornati, gli ho detto che non ne toccavo da due settimane, e l’ho invitato a tentare l’esperimento.»

Gandhi aveva un’idea dell’educazione tutta sua. Riteneva che i bambini non imparino tanto dai libri e dalle parole degli educatori quanto dal loro carattere e dall’esempio, e che i grandi debbano adottare per primi il comportamento che esigono dai piccoli. Invece del vecchio adagio: «Fai quel che dico, non ciò che faccio», il suo consiglio per genitori e insegnanti era di «vivere ciò che vogliamo insegnare ai figli e agli allievi».

Per materie come la matematica e le scienze Bapuji mi aveva trovato un tutore, ma sapeva che le lezioni più importanti le avrei apprese osservando il suo comportamento. Era un maestro sempre disponibile e paziente, e si impegnava a essere d’esempio per tutti, come un padre o un nonno universale. Aveva assunto quel ruolo fin dal 1910, quando in Sudafrica fondò la Tolstoy Farm, uno dei primi esperimenti di vita comunitaria. La descriveva come una famiglia in cui lui era il padre, responsabile dell’educazione dei piccoli. Al tempo sarebbe stato difficile trovare insegnanti qualificati disposti a lavorare in una scuola di bambini di colore, perciò si era assunto lui quel compito.

Molti genitori dovrebbero adottare il suo modello di guida attraverso l’esempio. Chiedono ai figli di non restare sempre incollati al computer e al tablet, ma poi loro stessi rispondono al cellulare o mandano email nei momenti che dovrebbero dedicare alla famiglia. Di conseguenza i bambini imparano che il cellulare o il tablet sono più importanti di qualsiasi altra cosa, e di certo più di loro. Io scuoto la testa quando vedo i genitori ingozzarsi di dolci e cereali pieni di zucchero e poi pretendere che i figli mangino insalata e broccoli. Dimenticano che i bambini imparano per emulazione.



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