Il dottor Semmelweis by Celine

Il dottor Semmelweis by Celine

autore:Celine [Celine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2020-07-08T22:00:00+00:00


Scacciato, fuggendo dall’Austria, troverà la sua Città in piena effervescenza elettorale. In ogni quartiere, i gruppi politici si organizzano, vociferano, combattono; le fucilate del quartiere di Sant’Antonio riecheggiano sul Danubio. Alle minacce fa seguito la violenza.

La Rivoluzione marcia su Budapest.

Metternich è invecchiato, una nazione si rinnova, un uomo no.

La giovane Ungheria lo sorprende. In vent’anni, il regime che egli fa pesare su di essa si è tarlato.

Soltanto ieri terribile armatura, oggi non è che un vecchio drappo bucherellato da un esercito di funzionari bisognosi. Il suo assolutismo fa ridere, metodo antiquato, troppo pesante e troppo leggero al tempo stesso. Stupido coperchio su una marmitta in ebollizione. Tutto salta il 2 dicembre 1848.

Semmelweis non cerca di isolarsi. Viene catturato anche lui dall’avvenimento, come tutti. I suoi amici lo trascinano, i patrioti gli chiedono il suo entusiasmo, che è proprio la cosa di cui è più ricco e più generoso. Li segue; ben presto li guiderà. Nessuno ha tempo di sentir parlare della puerperale, di Skoda, di Klin, e neppure lui, del resto. Tutti gli animi sono in strada, nelle riunioni, nell’odio per l’Austria. A Buda s’innalzano le barricate. E là ci si uccide, ma molto meno che da noi; là l’anarchia è troppo facile. Si preferisce cantare le vittorie politiche rapidamente ottenute.

Quelle che costano troppo care sono tristi e non fanno piacere a nessuno. Soltanto a quella condizione la libertà è divertente. E ci si diverte.

«Abbasso la servitù», «Libertà di stampa», «Diritto di riunione», ecco quel che viene chiesto. Vienna accorda tutto quel che si vuole, e anche di più...

Vienna ha paura. Budapest è presa dalla gioia, da una gioia sincera, danzante. Si balla dappertutto. Tutte le riunioni politiche, anti-austriache, liberali, finiscono in festicciole. Semmelweis vi prende parte. In quei balli si rivela focoso, brillante, di corpo e di spirito: «Ein flotter Tanzer» dirà in seguito il dott. Bruck. E poi detesta tanto gli austriaci che è un piacere sentirlo che li maledice!

Questa verve gli procura dei successi mondani che lo allontanano ancora di più dalla medicina, al punto che la sua scoperta non sembra più preoccuparlo; a malapena lavora. Nel giro di pochi mesi dilapida la piccola eredità che ha ricevuto dai genitori; non era certo difficile: duemila corone.

Nella società che è portato a frequentare, composta soprattutto di politici e di artisti, il suo vero valore non è riconosciuto. Lo considerano piuttosto come un medico bizzarro e colto, di un’originalità un po’ pericolosa ma tanto divertente.

La Società, la danza, lo spingono verso la femminilità. Così butta via il poco tempo che gli resta.

Infine lo tentano gli sport; a trent’anni, prende la sua prima lezione d’equitazione e ben presto lo si può vedere a cavallo tutte le mattine, con la migliore compagnia della città. E non è tutto: impara a nuotare in pieno inverno; all’ora del bagno, fanno cerchio intorno a lui. Era dai tempi di Venezia che non si era più divertito tanto.

Certo, la sua robusta salute gli permetteva tutte le sfrenatezze; il che non valeva anche per le sue risorse.



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