Il giovane Stalin by Simon Sebag Montefiore

Il giovane Stalin by Simon Sebag Montefiore

autore:Simon Sebag Montefiore
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Stalin, Storia,
ISBN: 978-88-304-2580-4
editore: Longanesi
pubblicato: 2007-02-06T16:00:00+00:00


a. La presenza di Stalin il deportato sarebbe tornata a infestare questa regione. Nel 1940 il dittatore ordinò la costruzione di una gigantesca acciaieria a Čerepovec solo perché ricordava il luogo dall’epoca dell’esilio a Solvycegodsk, malgrado il sito fosse completamente inadatto: i più vicini giacimenti di minerale di ferro e di carbone distavano più di 1500 chilometri. Ma i suoi consiglieri erano troppo terrorizzati per farglielo notare. La seconda guerra mondiale provocò un rinvio dei lavori, che cominciarono nel 1949. A causa di questa localizzazione sbagliata, Io stabilimento è tuttora soprannominato «Rutto di Stalin».

b. All’inizio degli anni ’20, Ivanjan ebbe la sfortuna di andare a sbattere, letteralmente, contro Stalin a Mosca, e a quanto pare gli chiese aiuto. Il 7 giugno 1926, quando era già la figura dominante del regime sovietico, Stalin fu consultato a proposito di Ivanjan, allora funzionario del commissariato per il Commercio Interno. «In risposta alla vostra richiesta, vi rendo noti i fatti seguenti, che dovete conoscere», scrisse Stalin, elencandoli, secondo il suo stile, per punti numerati. Il punto 6 concludeva: «In seguito, dopo essermi recato all’estero, ricevetti tutti i documenti del Comitato Centrale che provavano che i settanta rubli erano stati inviati a me [...] e che il denaro non andò perduto, ma fu regolarmente ricevuto dalla persona cui era stato indirizzato a Vologda». Ivanjan fu espulso dal partito, ma venne riammesso dopo che alcuni «Vecchi Bolscevichi» intercedettero per lui. Quando Stalin scatenò il Terrore, Berija, boss della Transcaucasia e uomo della polizia segreta, gli si mise alle costole. Disperato, Ivanjan scrisse al dittatore: «Insisto nel dichiarare che non ho avuto niente a che fare con i settanta rubli [...] Vi prego, aiutatemi a discolparmi». Ironia della sorte volle che venisse nuovamente esiliato proprio a Vologda, da dove fu poi trasferito a Tiflis, e qui giustiziato.

c. Il figlio, Konstantin, nacque dopo la partenza di Stalin. Le date sul certificato di nascita non quadrano; ma, come nel caso di Jakov Džugašvili, e invero dello stesso Stalin, con la sua data di nascita mobile, accadeva spesso che questi documenti venissero pre- o post-datati. Non solo, ma in quegli anni i dati anagrafici venivano comunque registrati in maniera molto disordinata, specialmente nei piccoli villaggi lontani da San Pietroburgo. Considerando l’insistenza della madre, la benevolenza successivamente manifestata da Stalin nei confronti della carriera del ragazzo, e il fatto che la moglie, Nadja Allilueva, fosse al corrente della vicenda, appare probabile che il dittatore sapesse che Konstantin era suo figlio. Vedi l’Epilogo.



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