Il ladro di libri by Il ladro di libri. La spy story che ha fatto tremare l'editoria mondiale (2022)

Il ladro di libri by Il ladro di libri. La spy story che ha fatto tremare l'editoria mondiale (2022)

autore:Il ladro di libri. La spy story che ha fatto tremare l'editoria mondiale (2022)
La lingua: ita
Format: azw3, mobi
editore: Compagnia editoriale Aliberti
pubblicato: 2022-02-14T23:00:00+00:00


8. Hello, Guy?

«Hello, Guy?»

«Amico italiano! Come stai? Da quanto tempo?»

«Mesi, amico. Sto bene, grazie, tu?»

«Problemi sui mercati delle materie prime, per il resto tutto bene».

«Ne sono felice. Sei a Londra?»

«Sì. Passi da qui?»

«Sono a Parigi, dopo un intermezzo surreale a New York. Prendo il primo Eurostar domattina, attraverso quel buco sotto la Manica e sono all’Artiste Musclé per le 13.30. Ho prenotato».

«Facciamo domani sera. Avrei un pranzo di lavoro».

«No, Guy. Vengo a Londra per riscuotere».

Silenzio. Aspetto. Gli ci vorranno pochi secondi. Ah, ecco: una voce flebile, in cui la gioia di vivere è assente.

«Ma sono passati anni».

«Due. E sei vivo grazie a me. Ricordi: “Sarò eternamene in debito con te”? Ecco, l’eternità è finita. Ringraziami; ti aiuterò a liberarti da questo fardello, che ti deve essere insopportabile. Inoltre, i tuoi pranzi di lavoro sono inutili e lo sai».

«Dopo questa siamo pari?»

«Vedremo».

«Che cosa vuoi?»

«Una compagnia che si chiama Funes Memory. Voglio sapere tutto: chi sono, che cosa fanno, chi controllano, chi li controlla, da dove vengono i capitali eccetera. Chi meglio di te? Sei sempre un pezzo grosso nell’ambiente dello strozzinaggio internazionale?»

«Sono un rispettabile consulente finanziario per una rispettabile banca d’affari…»

«… che si è arricchita grazie ai colleghi cattivi di Pablo Escobar. È pomeriggio, hai tutto il tempo per trovare qualcosa».

«Funes… Non è quell’attore comico francese? Louis de Funès?»

«No. Deve avere a che fare con un racconto di Borges: “Funes, o della memoria”, su un uomo che ricordava ogni cosa. È in Finzioni».

«Ah, Borges, lo scrittore colombiano. Vent’anni di tristezza, no?»

«A domani».

Guy è un bravo ragazzo, ma stranamente ingenuo per uno che lavora nell’alta finanza. Un paio d’anni fa ero a Londra e un amico giornalista del «Guardian» mi propone una serata in giro a bere, con colleghi e varia umanità inutile: scrittori, pittori, musicisti eccetera. E un broker. La cena fu divertente e rumorosa, poi, dato che i pub chiudono alle undici (ma che Paese!), saltammo di club in club, fra Soho e Chelsea. Luoghi pittoreschi: alcuni erano classici: vetro, specchi e acciaio in quello stile moderno-cafone che piace tanto ai londinesi; altri sembravano – o erano – case private, con librerie e quadri alle pareti. Il broker solitario – Guy – sembrava un po’ spiazzato, non dai luoghi ma dalla compagnia. Era sempre da solo. Chiesi al mio amico: «Perché lo avete invitato, se non ve lo filate?»

«È un broker, o qualcosa del genere».

«Capisco la sua malvagità, ma perché portarlo con voi, allora?»

«Perché è innocuo, e talvolta simpatico. E ci fa ridere. Hai sentito il suo silenzio durante la nostra discussione a cena su George Steiner? Fantastico. Il capitale senza parole davanti alla cultura».

«Mi sa di frustrazione. Vostra. Questo qui guadagna più di tutti voi messi insieme, e per invidia lo colpite sul punto debole. Un po’ facile».

«Il denaro è sovrastruttura».

«Qualunque cosa voglia dire, quando la sovrastruttura vi entra nel sedere non vi brucia un po’?»

«I soldi non sono tutto».

«Per voi, che non ne avete, mi sa di sì».

Il mio amico non mi rivolse più la parola quella sera, ma la rivolsi io a Guy, che me ne fu grato e si dimostrò un uomo spiritoso, dall’humour leggero.



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