Il lungo freddo: Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l'Urss by Miriam Mafai

Il lungo freddo: Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l'Urss by Miriam Mafai

autore:Miriam Mafai [Mafai, Miriam]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-10-30T23:00:00+00:00


Accanto al mondo tranquillo, regolare, sereno della ricerca, accanto al mondo di Dubna, degli scienziati, delle loro famiglie, dei loro bambini e delle loro segretarie, c’era il mondo della gente normale e quello dei perseguitati.

In Occidente vivono lontani e separati, il mondo dei ricchi e quello dei poveri; il denaro traccia dovunque confini insuperabili. Ma qui in Urss non il denaro, ma qualcosa d’altro, più importante e duro e definitivo del denaro, determinava la separazione. C’era un mondo, del quale Bruno e la sua famiglia facevano parte, cui era riconosciuto il diritto di avere una casa tutta per sé, libri, riviste, biglietti per il teatro e i concerti e un altro mondo, quello della gente normale, che viveva in coabitazione, cinque metri quadrati a testa e dunque una famiglia di quattro persone in una stanza con la cucina e il bagno in comune, e le liti per una pentola indebitamente usata e la biancheria di ogni famiglia stesa in corridoio e i rumori che vengono dalle stanze vicine quando marito e moglie litigano e i bambini gridano senza ragione. Ma un mondo ignora l’altro, e quindi non c’è né invidia né rimorso.

Altrettanto sconosciuto e ancora più lontano è il mondo di coloro che vengono arrestati, perseguitati, mandati in campo di concentramento, ridotti ai lavori forzati fino allo sfinimento e alla morte. Tra questi c’erano anche scienziati, matematici, ingegneri, fisici, che, quando riuscivano a sfuggire alla detenzione più dura, scontavano la pena in campi speciali, chiamati, nell’argot russo, la charachka. Qui le condizioni materiali erano migliori, le razioni più abbondanti e la disciplina meno spietata. In compenso i detenuti erano obbligati a lavorare e produrre nei loro settori specifici: come matematici, ingegneri, fisici.

Da una parte la miseria della coabitazione, lo sterminio dei lager, l’umiliazione e la violenza della charachka; dall’altra, l’eleganza della casa di via Gorkij, la tranquillità di Dubna, le passeggiate nei boschi alla ricerca di funghi e mirtilli.

Ma Bruno Pontecorvo, quando è arrivato in Urss, cosa sapeva di quel mondo di costrizione, di sofferenza, di umiliazione?

«Sapevo certamente che il livello medio di vita era più modesto di quello dei paesi occidentali. Sapevo che c’erano stati i grandi processi e le condanne a morte. Sapevo che c’erano detenuti nei campi e nelle carceri. Ma pensavo, come pensavano milioni di comunisti allora, che questo fosse l’inevitabile conseguenza della lotta di classe ancora in corso.

«L’instaurazione del socialismo in un solo paese non abolisce la lotta di classe, la rende caso mai ancora più feroce: lo ha scritto Stalin, lo so, ma non mi sembrava sbagliato. Koestler? Non ho letto Buio a mezzogiorno. Voglio dire che non l’ho letto di proposito, volutamente: ero convinto che fosse un provocatore. Kravcenko? Si era consegnato agli occidentali, aveva “scelto la libertà”, per usare le sue parole, quando era ancora in corso la guerra; dunque era poco meno che un disertore. Tutti allora avevamo in mente il Terrore. Solo il Terrore giacobino aveva salvato la Rivoluzione francese. Così la durezza di Stalin, la sua spietatezza anche, avevano salvato l’Ottobre e impedito il trionfo del nazismo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.