Il misfatto della tonnara by Francesco Abate

Il misfatto della tonnara by Francesco Abate

autore:Francesco Abate [Abate, Francesco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-09-14T12:00:00+00:00


30.

La pesante porta lignea del carcere di Buoncammino si chiuse alle loro spalle con un rumore animale, simile al lamento di una balena. Rodolfo Saporito e i fidi Copez ed Elmas, tutti in abiti borghesi, attendevano sotto l’arcata del primo camerone. Al di là di un basso muretto, gli agenti del corpo di custodia stavano controllando i loro documenti. Quelli personali e i fogli timbrati dalla procura generale del re, che incaricava i suoi investigatori di sottoporre a un interrogatorio due degli arrestati durante i tafferugli al Teatro Politeama Regina Margherita: l’avvocato Bernardino Pintus e il commerciante e segretario della Camera del lavoro di Quartu Sant’Elena Graziano Milia, soprannominato Chicchirichí, dimenticati in cella dalla domenica precedente.

– Signor capitano, prego, le armi, – bofonchiò il responsabile della postazione, un uomo pingue dai lunghi baffi che si univano all’altezza delle mascelle ai folti basettoni. A guardarlo bene, si sarebbe collocato meglio alla guida di una latteria, magari vestito di bianco e non con quella divisa in panno blu che lo stringeva in piú punti, soprattutto in prossimità della seconda fila di bottoni dorati del giacchetto.

Un brav’uomo, pensò Rodolfo porgendogli la rivoltella d’ordinanza. Un agente piú giovane la prese in consegna, vi legò con lo spago scuro un cartellino rosso numerato e la appese su una rastrelliera accanto ad alcune carabine.

– Tutto qui? – domandò l’assistente capo.

– Tutto qui, – rispose Saporito avvicinandosi al secondo portone, che li avrebbe immessi nella lugubre galera nata nel 1855 su uno dei sette colli di Cagliari. Quello con la miglior vista sul golfo. Peccato però che i suoi ospiti non ne potessero godere.

– Colleghi, prego, anche voi.

L’appuntato Copez aveva già in mano l’arma di servizio e l’operazione fu rapida. Pure Elmas consegnò la sua pistola, ma alla reiterata richiesta dell’assistente capo di lasciare proprio tutto, il brigadiere tirò fuori da una tasca del paltò un tirapugni di ferro. Prendendolo in consegna, i due agenti ne apprezzarono l’ottima maneggevolezza. Elmas, intanto, spostando la mano dietro la schiena, fece comparire pure un coltello a scatto.

– Ah, però, – commentò Rodolfo, mentre il suo uomo si tastava la giacca ricordando di avere con sé una piccola pistola a doppio colpo, canne color oro e calcio in madreperla.

– Abbiamo finito? – domandò il comandante del corpo di guardia.

– No, in effetti, avrei anche questo, – Elmas si piegò, alzò la gamba destra dei pantaloni e sganciò dallo stivaletto un secondo coltello a serramanico.

– Ma dimmi tu, – scosse la testa incredulo Rodolfo.

Spazientito, l’assistente capo disse: – Bene, se non avete nascosto da qualche parte una bombarda, io direi che potete pure andare. Vi accompagnerà l’agente Casizolu. Casizolu, forza, mandrone, scorta i colleghi al primo cortile.

– Ma cosa te ne fai di tutta quell’armeria? – domandò scocciato Copez al superiore Elmas. – Manco dovessimo andare in guerra.

– Non si sa mai, – rispose scontrosetto l’altro, come se l’avessero privato di qualcosa di caro da cui era doloroso separarsi.

Il portone si aprí. Il capitano Rodolfo Saporito e i suoi carabinieri si ritrovarono in un cortile.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.