Il mistero del rubino birmano by Enrico Vanzina

Il mistero del rubino birmano by Enrico Vanzina

autore:Enrico Vanzina
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854173491
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2014-10-09T16:00:00+00:00


Fui preso in consegna dal vicequestore e ci spostammo nel suo ufficio.

Adesso dovevamo mettere in scena, in qualche modo, la parvenza di un interrogatorio. Non potevamo raccontare che ce la intendevamo e che Giuliani già conosceva a menadito tutti i passaggi che avevo decriptato nella mia indagine riguardo a quei due delitti. Già, perché prima di portarlo sul luogo dell’omicidio di Alejandro, gli avevo raccontato tutto – ma proprio tutto – al mio sbirro. La telefonata all’alba di Tatiana che aveva sparato ad Alejandro, il mio intervento al pub per liberarla dal pusher tatuato usando il rubino birmano, la prima visita ad Alejandro, al quale avevo promesso il gioiello come risarcimento danni, l’incontro con Atanasov, che mi aveva affidato la ricerca del suo anello e la successiva scomparsa della giovane contessa dal villino. Insomma, il commissario ne sapeva quanto me. Gli avevo messo in mano le stesse carte che avevo io, per poter risolvere il mistero nel corso della medesima partita.

Di fronte a un subalterno che verbalizzava, dovetti raccontare di nuovo, ufficialmente, la mia lunga storia iniziata qualche giorno prima con la telefonata all’alba della bella contessina. Ci volle tutta la mattinata per trascrivere, nero su bianco, il mio interrogatorio e rimettere insieme i pezzi dell’intricata vicenda.

Verso l’una, dopo avermi fatto firmare, con autentica in fede, il testo delle mie dichiarazioni, Giuliani annunciò al mondo che ero libero.

Il subalterno uscì e noi due restammo ancora un attimo da soli nel suo ufficio.

«È una faccenda molto appassionante, questa del rubino birmano», mi disse con occhi spiritati. «Due cadaveri, un omicidio senza colpevole, una giovane contessa russa sparita, un enigmatico faccendiere bulgaro e un gioiello di valore inestimabile che ha messo le ali. Se riesco a risolvere questo puzzle, ho davvero grandi probabilità di spostare il culo al piano di sopra».

Lo fissai con aria di sfida:

«Scommetto che lo risolvo prima io».

«Con la stecca in mano forse sei più abile di me. Ma qui non si gioca a biliardo. Ti assicuro che come investigatore faccio miracoli».

«Un commissario con le palle contro uno scalcinato detective. Hai ragione, come partita potrebbe essere quasi in bilico», risposi con un sorriso divertito.

Ci fissammo, un po’ amici e un po’ rivali. Quel vecchio poliziotto era davvero bizzarro. E mezzo matto. Quando, a casa sua, gli avevo proposto la sfida dicendo: «Tirami fuori dai guai e in cambio io ti racconto tutto, dalla A alla Z. Così, dopo, ripartiamo alla pari», lui aveva afferrato al volo la proposta esclamando: «Se è una sfida, ci sto. Ma ricordati che a me, più della verità, interessa vincere contro di te. La verità è una cosa volatile. Invece vincere una partita con te me lo fa indurire».

Adesso iniziava quella sfida. Nella quale, naturalmente, per risolvere l’enigma e vincere erano previsti anche i colpi bassi.

È strano, quando uno sbirro indaga, sente sempre sul collo il soffio dei superiori. Io, invece, ho il privilegio di fare le mie indagini senza patemi d’animo. Voglio dire, faccio questo lavoro perché faccio come cazzo mi pare.



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