Il peggiore by Giuseppe Salvaggiulo

Il peggiore by Giuseppe Salvaggiulo

autore:Giuseppe Salvaggiulo [Salvaggiulo, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2013-05-16T22:00:00+00:00


«Berlusconi è un commensale perfino gradevole»

Dopo gli abboccamenti epistolari dell’estate precedente, pur tra alti e bassi D’Alema e Berlusconi, come due fidanzatini frementi, cominciano ad annusarsi, a fare prove di confidenza (conservando il «lei» ma passando al nome: «Scusi, Massimo», «Dica, Silvio» come noterà Concita De Gregorio su «la Repubblica»), a scambiarsi messaggi complici, a intercettare occhiate furtive, a studiare appostamenti gabellandoli per incontri casuali. E a vedersi a cena. Per la prima volta a casa di Gianni Letta, sulla via Camilluccia, lontano da sguardi indiscreti e gelosi e davanti a una semplice pasta al pomodoro, ricostruirà Bruno Vespa. Accade il 20 dicembre 1994, dunque il giorno prima del drammatico dibattito parlamentare che avrebbe portato alla caduta del governo Berlusconi, e lo rivela Pino Buongiorno su «Panorama» il 29 dello stesso mese. D’Alema, dopo aver correttamente preavvertito Letta, non solo non smentisce, ma conferma la circostanza. Con una certa soddisfazione: «Per me non c’è questione, anzi la notizia dimostra che la mia è una linea assolutamente non rissosa. Non ritengo Berlusconi il lupo mannaro e non penso che mangi i bambini. In effetti ho visto che mangia verdura cotta... Spero che anche lui si sia reso conto che anch’io non mangio i bambini. Da parte mia non c’è nessuna volontà di distruggere una persona. Se anche Berlusconi assumesse una posizione più libera, meno astiosa, si potrebbe aprire una fase costituente in parlamento senza esclusioni». Il 5 gennaio 1995 al Maurizio Costanzo Show: «È stato un incontro tranquillo. La politica è un insieme di relazioni umane, ma ci vogliono anche le conversazioni. Berlusconi è un commensale persino gradevole». Il giorno 10 a Funari News si profonde in dettagli: «Sono stato anche a cena con lui, ospite del dottor Letta, e ho discusso serenamente per tutta la serata spiegandogli la nostra posizione. Berlusconi è stato amabile».

«È stato un dialogo scintillante e stimolante» ammetterà il padrone di casa tempo dopo. D’Alema fornisce al Berlusconi che sta per affondare dopo solo sette mesi di governo un salvagente. E anche se in quel frangente il segretario del Pds constata amaro che «lui, però, è rimasto sulle sue posizioni», in realtà Berlusconi afferrerà il galleggiante per respirare e prepararsi a scalciare l’avversario. Come sempre. Nasce il governo Dini. Il ministro delle Poste e comunicazioni, quindi delle tv, è Agostino Gambino, già scelto dal Cavaliere come uno dei tre «saggi» per studiare una «soluzione» al conflitto di interessi.

L’11 febbraio 1995 Berlusconi e D’Alema tornano a sentirsi. Interpellato dall’Ansa, Claudio Ligas, capo ufficio stampa del Pds, spiega: «Non siamo abituati a parlare delle telefonate che riceviamo». Dunque la conversazione c’è stata, ma ha chiamato lui. Sarà che si vogliono incontrare di nuovo? Il 22 Berlusconi annuncia il voto contrario alla manovra finanziaria del governo Dini. D’Alema si sente tradito e convoca una conferenza stampa: «Avevamo sperato che l’onorevole Berlusconi correggesse la sensazione di irresponsabile cinismo. [...] Ci dobbiamo purtroppo ricredere per l’ennesima volta. L’onorevole Berlusconi è pronto a calpestare l’interesse degli italiani per perseguire i propri. Altro che Forza Italia.



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