Il romanzo della grande Fiorentina by Stefano Prizio & Leonardo Signoria

Il romanzo della grande Fiorentina by Stefano Prizio & Leonardo Signoria

autore:Stefano Prizio & Leonardo Signoria [Prizio, Stefano & Signoria, Leonardo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788822714824
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-10-10T22:00:00+00:00


Rinnovarsi per non smarrirsi

Si domandava, il sociologo della Rai, il perché di questa passione irrazionale per la Fiorentina: come si poteva giustificare un raptus tale da bloccare una città intera per due settimane? D’accordo, vincere lo scudetto, a Firenze, non era cosa da tutti i giorni, tuttavia anche a Milano e a Roma i tifosi erano parecchio accalorati; a Torino bastava andare a vedere un derby per percepire la passione dei sostenitori; a Napoli c’era sempre una folla oceanica. In quelle città non mancava neppure un certo agonismo nelle manifestazioni politiche, comunque. Anche a Firenze si era manifestato contro la guerra in Vietnam, c’erano state tensioni all’università, si era scesi in strada a difesa dei diritti dei lavoratori, senza però che la partecipazione popolare fosse degenerata nelle violenze che, da oltre un anno, caratterizzavano certe piazze. La maglia gigliata, era la pura verità, andava sopra tutto e tutti.

Nel maggio del 1968, al clou delle proteste giovanili in Europa, qualcuno scrisse sui muri della sede della Fiorentina, spostata dopo l’alluvione in viale dei Mille, un messaggio inequivocabile: «Viola, il colore dell’oppio». Fu un caso isolato, un’eresia, nessuno poteva mettere in discussione la Fiorentina. Forse era anche questa passione viscerale a rendere “diversi” i fiorentini: voi scannatevi pure all’università, luogo all’epoca riservato ai ceti aristocratici, noi, intanto, andiamo a vincere lo scudetto senza distinzioni sociali a dividerci. In curva Fiesole, il settore più economico, così come in trasferta c’erano i figli dei primari di Careggi e i figli degli operai della Pignone gli uni accanto agli altri. Uno scudetto dai tanti significati, insomma, ancor più bello perché inaspettato. E per tale motivo, destinato a restare non replicabile, almeno nel breve periodo. La festa doveva durare il più a lungo possibile, del resto «Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia!», diceva un Magnifico fiorentino del passato…

Nessuno si faceva illusioni circa un bis iridato: la stagione tricolore aveva rappresentato l’apice di una generazione, quella degli Ye-Ye, giunta al bivio della maturità. De Sisti e compagni avrebbero potuto aprire un ciclo, con rinforzi degni di una squadra campione d’Italia, o godere ancora per un po’ con la rendita della magia. Dalla campagna acquisti stile “rischiatutto” alla scelta dell’allenatore, erano stati toccati tutti i tasti giusti. Annate così, nel calcio, capitano una volta ogni tanto e raramente agli stessi protagonisti. Ci si doveva ricordare della frase-manifesto di Baglini, del suo non fare mecenatismo, delle spese che comportava il mantenere una squadra ad alto livello. Il presidente, a parole, non aveva mai promesso lo scudetto; nel maggio del 1969 la sua politica aziendale era stata premiata al massimo livello e forse aveva toccato il suo limite invalicabile. Senza la possibilità di acquistare a buon mercato all’estero, ci si doveva accontentare di scambi di giocatori medi, poiché nessuno avrebbe mai rinforzato l’outsider che aveva ribaltato ogni pronostico. A meno di non sborsare centinaia di milioni, soluzione impraticabile al momento.

La riconoscenza verso Baglini e i suoi uomini fece sì che si desse fiducia incondizionata al mercato estivo dei gigliati.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.