Più forte del buio by Oney Tapia

Più forte del buio by Oney Tapia

autore:Oney Tapia [Tapia Oney]
La lingua: ita
Format: epub
editore: HarperCollins Italia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


5

IL RITORNO DEL GUERRIERO

Fare ordine

In uno dei momenti più difficili dopo l’incidente, quando mi sembrava di non venire a capo di niente, ho chiesto a mia mamma se poteva trasferirsi in Italia per un po’. Lei mi ha detto: «Faccio subito le carte e sono da te».

La sua presenza è stata fondamentale.

Forse non il giorno del suo arrivo, ma quello dopo, mi ha preso da parte e mi ha detto tutta seria: «La sai una cosa? Pensavo che fossi messo molto peggio!».

E io ovviamente sono rimasto di sasso.

«Come sarebbe, mamma?» le ho chiesto. «Sono diventato cieco, non ti basta?»

Ma secondo lei non era questione di vedere o no; io dovevo considerarmi fortunato, punto. «Ci sono tanti che stanno peggio di te» ha commentato. «Eppure ci vedono!»

Continuavo a non capire. O meglio, mi faceva comodo non capire; in fondo, le sue parole erano molto chiare. E comunque, per non lasciare niente al dubbio, lei è andata giù ancora più diretta: «Tu non stai male. Ma se non prendi in mano la tua vita, e non lo fai adesso, nessuno ci penserà al posto tuo. Quindi datti una mossa e cammina!».

Ok, ricevuto, mamma.

Era il momento di reagire.

La mattina dopo mi ha detto: «Preparati, Oney. Andiamo fuori».

E quella è stata la parola d’ordine dei giorni che abbiamo trascorso insieme. Perché nei due mesi in cui si è fermata da me, abbiamo camminato tantissimo, girando come delle trottole. Partivamo la mattina – io e lei – e andavamo in centro, ascoltavamo la messa e poi facevamo tappa in tutte le parrocchie. Io abito nel paese in cui è nato papa Giovanni XXIII, quindi le nostre destinazioni erano tutte benedette: l’abitazione di papa Giovanni, il santuario, la casa del pellegrino. A volte ci accompagnava anche la Graziella, una signora che è diventata il nostro punto di riferimento. E in pratica uscivamo con ogni tempo: che ci fosse il sole o la pioggia, noi eravamo fuori sempre. Di fatto, eravamo diventati dei veri pellegrini!

Proprio in quel periodo era nata anche Michelle, la mia terza figlia. È stata una gioia indescrivibile, ma l’arrivo di un bambino è sempre una piccola rivoluzione all’interno di una famiglia. Uscire con mia mamma diventava allora anche un modo per alleggerire Lorenza, che era presa dal suo nuovo lavoro a tempo pieno con la bambina.

Cammina cammina, io e mia mamma eravamo instancabili; niente ci poteva fermare. Ricordo che una volta nevicava, e lei faceva fatica a muoversi, ma nessuno dei due aveva intenzione di mollare. Quando siamo arrivati al santuario, eravamo sfiniti ma felicissimi: ce l’avevamo fatta; anche quella sfida era superata!

Provo una gratitudine enorme per tutto l’aiuto che lei mi ha dato in quelle settimane. Perché mi ha rimesso in piedi e mi ha letteralmente tirato fuori di casa. Ha fatto come quando ero bambino, e imparavo a cucire seduto con lei: mi ha dato le basi per rendermi autonomo anche dopo. Un regalo preziosissimo.

Insieme abbiamo fatto il giro della casa decine di volte e abbiamo ripetuto quasi all’infinito il perimetro



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