Storia dello Sport e delle Olimpiadi (Italian Edition) by Fabio Cappelli

Storia dello Sport e delle Olimpiadi (Italian Edition) by Fabio Cappelli

autore:Fabio Cappelli
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2015-03-22T23:00:00+00:00


Fatti e personaggi

Pierre de Coubertain padre delle Olimpiadi moderne

La prima caratteristica dello spirito olimpico antico come quello moderno è quella di essere una religione.

Pierre De Coubertain, L’Idée olympique (1935)

Il nobile Pierre de Coubertin, discendente di Cyrano de Bergerac[292], nasce il primo gennaio 1863 a Parigi. Di educazione cattolica svolgerà gli studi in Inghilterra, laddove, nonostante il suo fisico minuto, si appassionerà allo sport e al sistema pedagogico anglosassone, che fa dell’attività fisica una disciplina primaria nella formazione della futura classe dirigente. Al suo ritorno in patria, il barone De Coubertin fondò la prima società sportiva francese e tentò, senza riuscirci, di riformare il sistema scolastico transalpino, considerato ai tempi misera cosa rispetto a quello inglese. Infaticabile studioso e scrittore, grazie alla sua cultura e alle capacità relazionali tipiche del suo ambiente sociale, riuscirà a propagandare lo sport nel suo paese e nel mondo. Famoso, nel 1892, fu un suo discorso alla Sorbona, che con appassionata e abile oratoria propose di ripristinare i giochi Olimpici. Quattro anni dopo quel discorso, l’infaticabile scrittore e sportivo entrerà nella storia ridando vita al mito Olimpico.

Il pensiero e le finalità socio-pedagogiche di De Coubertin sono però caratterizzati da diverse contraddizioni. All’insegna del motto “L’importante non è vincere, ma partecipare” (frase peraltro universalmente attribuitagli, ma di cui non fu l’autore[293]), il padre dell’olimpismo moderno, contribuirà alla diffusione universale dello sport agonistico, anche se ancorato ai valori del fair play. Tramite lo sport il Barone pensava inoltre di forgiare “una nuova razza guerriera francese”, invece il suo modello olimpico diverrà un veicolo di pace e fratellanza. Nazionalista e maschilista, mise un veto sulla partecipazione delle donne alle Olimpiadi[294], e i primi Giochi olimpici dell’era moderna, improntati sulla sua personalità, si contraddistinsero per discriminazioni sociali e razziali. Infine, lui, aristocratico e conservatore, plauderà e alimenterà la concezione socialista dello sport, pur lottando contro il professionismo per tenere fuori dai Giochi gli atleti che appartenevano alle classi sociali inferiori. Il “decoubertinismo”, cioè l’ostinata affermazione del principio dilettantistico che allontanò sport e atleti dalle Olimpiadi, cozzava in modo evidente con la società moderna che elogiava e ricompensava la professionalità.

Il barone De Coubertin morì per un attacco cardiaco il 2 settembre 1937, mentre passeggiava in un parco di Ginevra (il suo cuore è sepolto a Olimpia); si spense dopo le Olimpiadi tedesche del ‘36 che furono così cariche d’ideali politici e che cercarono di celebrare lo sport come approvazione alle diversità razziali. In un certo senso, mi duole dirlo, quella berlinese fu l’olimpiade che più si avvicinò alla filosofia “decoubertiniana”, ricca di contraddizioni, di apologie e di chiusure emancipatrici.

Se non ci fosse stato il Barone francese, con molta probabilità, le Olimpiadi moderne avrebbero visto ugualmente la luce, ma con molti decenni di ritardo e con minore flato romantico, e sicuramente lo sport, e la nostra civiltà, n’avrebbe sofferto. Se è vero che i grandi eventi storici accadono perché l’umanità è pronta ad accoglierli, è pur vero che sono i grandi uomini che fanno in modo che si verifichino. Grazie, Barone De Coubertin.



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