Il silenzio del coro by Mohamed Mbougar Sarr

Il silenzio del coro by Mohamed Mbougar Sarr

autore:Mohamed Mbougar Sarr [Sarr, Mohamed Mbougar]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2023-04-26T22:00:00+00:00


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Lucia

Timido com’è, mi sono stupita che mi abbia invitato a bere un tè. Ho subito accettato con piacere. Già ero contenta che fosse venuto a trovarci, ma che addirittura ci abbia proposto di andare a casa sua è una novità. Fousseyni è decisamente di una gentilezza fuori dal comune. Ha detto che era andato a fare una passeggiata e siccome passava vicino al centro medico gli era venuto in mente di farci un saluto e chiederci se volevamo andare a casa sua a bere un tè. Gianni ha declinato l’invito. Ha detto che aveva da fare. Posso sbagliare, ma mi è sembrato che avesse uno sguardo nero, quasi ostile, quando ha visto Fousseyni. Eppure giocano insieme a calcio. Non so cos’abbia, già stamattina l’avevo sentito un po’ teso, sembrava che volesse dirmi qualcosa e non trovasse le parole adatte. Forse se fosse venuto con noi si sarebbe rilassato, ma ha preferito tornare a casa. Peccato. Mi dispiace vederlo così chiuso in se stesso, vorrei poterlo aiutare…

Neanche Fousseyni parla molto, ma sto bene in sua compagnia, forse perché è avvolto in un’aura di timidezza e mistero. Quando sono con lui ho sempre l’impressione di essere sul punto di scoprire un segreto. È una sensazione che ho dal primo giorno, fin da quando abbiamo scambiato qualche parola dopo l’assegnazione degli alloggi. Andando verso casa sua parliamo poco, diciamo qualcosa a proposito della sconcertante mostra dei Rivera, i due pittori di Altino, e ridiamo di nuovo rievocando la cornice vuota esposta. Mi racconta anche che hanno smesso di allenarsi perché per il momento il dottor Pessoto non può. Neanche lui ha l’aria molto in forma, sembra triste.

Arriviamo a casa sua, un piccolo appartamento di tre stanze al primo piano di uno stabile. Me lo ricordo, ho aiutato Carla a sistemarlo il giorno prima che arrivassero i ragazzi. Da allora non ci sono più tornata. Il salotto e il cucinino non sono cambiati, c’è un po’ di disordine, ma sono puliti e ben tenuti. Vi aleggia un odore particolare. Fousseyni mi spiega che è odore di mafé, un piatto a base di pasta di arachidi cucinato da Ismaila Camara, uno dei suoi compagni. Dice anche che la prossima volta mi inviterà a mangiarlo.

Mi siedo al tavolo e lo guardo armeggiare con la teiera. Dal suo telefonino esce una canzone di cui non capisco la lingua, ma la musica è dolce e la voce che canta invita a sognare, è una voce profonda da narratore, che incanta e si impone all’ascolto immediato. Chiedo chi sia. Risponde che è Ali Farka Touré, un famoso cantante del suo paese. Dice che sta cantando la bellezza della sua terra natia. Mi fa un po’ di tristezza. Mi vengono le lacrime agli occhi, ma me le asciugo subito. Fousseyni torna verso di me con il vassoio del tè e mi riempie una tazza.

A casa non c’è nessuno. Gli domando dove sono gli altri. Dato che ha fatto molti progressi gli scrivo direttamente in italiano. Lui legge e risponde che



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