Il teatro fantasma by Seishi Yokomizo;

autore:Seishi Yokomizo; [Seishi, Yokomizo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838945823
editore: edigita
pubblicato: 2023-06-22T22:00:00+00:00

7 Con questo particolare, Yokomizo lascia intendere che l’attore sia uno onnagata, ovvero un attore kabuki specializzato in ruoli femminili.

8 Yokomizo fa qui riferimento alla pratica di ereditare e cambiare il nome d’arte nel tempo, tipica degli attori kabuki.

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Uno yukata con una sola manica

Non era esagerato ipotizzare che l’invito ricevuto per l’ultima rappresentazione di Tsurunosuke andasse letto alla stregua di una sfida. Non si trattava di mero egocentrismo da parte di Kindaichi. Eppure, se ci si limitava ad ascoltare il racconto di quest’ultimo, chiunque sarebbe stato spinto a crederlo. Quella sorta di provocazione, però, era strettamente legata a un segreto che, fino a quel momento, Kōsuke non aveva rivelato a nessuno, al costo di un’indicibile sofferenza.

Tutto accadde nell’estate del 1936, circa un mese prima della misteriosa scomparsa di Tsurunosuke, quando l’amico gli commissionò un’indagine su di una persona a lui sconosciuta: tale Shinohara Aki, che all’epoca aveva trentacinque anni. Kindaichi doveva semplicemente tenerla sotto controllo. Gli fu comunicato dove viveva, ma nessun’altra informazione trapelò dalla bocca di Tsurunosuke. Quando gli chiese il tipo di relazione che lo legava a quella donna e il motivo di quella improvvisa richiesta, l’amico si limitò a rimbrottarlo in tono bonario:

Kōsuke, è compito tuo fornirmi le informazioni! Se sei davvero così astuto come dici di essere, non dovrebbe essere poi così complicato, non credi? Ahah!

Ripensando anni dopo a quella conversazione, la risata di Tsurunosuke gli era risuonata stranamente vuota, quasi fosse ormai sull’orlo di un esaurimento nervoso. Difatti, dopo aver abbandonato il suo solito tono scanzonato, l’uomo aveva abbassato la voce per ammonirlo con severità:

Kōsuke, c’è una cosa che devi tenere solo per te. Non la devi rivelare a nessuno! Fai in modo che quella donna non si accorga di nulla. È un essere mostruoso e se mai scoprisse che qualcuno la tiene d’occhio, non saprei come potrebbe reagire. Ti prego, fai attenzione.

Kindaichi ricordava ancora le pupille accese di una luce oscura e il viso madido di sudore freddo dell’amico. Se qualcun altro glielo avesse chiesto, avrebbe di sicuro rifiutato, ma trattandosi di Tsurunosuke alla fine si era risolto ad accettare l’incarico.

Tuttavia le cose non andarono come immaginava, poiché quando si mise sulle sue tracce, Shinohara Aki non abitava più al secondo piano della rivendita di senbei di Asakusa, come gli era stato indicato dall’amico. Ciononostante riuscì a procurarsi alcune preziose e inquietanti informazioni sul suo passato. A quanto pareva Shinohara Aki – di professione infermiera – aveva appena finito di scontare dieci anni di prigione per aver ucciso il proprio marito.

Le cose erano andate più o meno così: nel 1925, all’età di ventiquattro anni, Shinohara aveva lasciato il suo impiego come infermiera per convolare a nozze con un imprenditore che operava nell’ambito dell’ingegneria civile. Dopo un anno circa, era stata arrestata con l’accusa di avergli somministrato una dose letale di stricnina. Il movente, a quanto pareva, andava ricondotto alle violenze domestiche che subiva da parte dell’uomo, soprattutto quando era sotto l’effetto dell’alcool. Scontata la condanna, era uscita dal carcere nel maggio del 1936, ma ad attenderla fuori non aveva trovato né genitori, né fratelli.

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