Imperium by Ryszard Kapuscinski

Imperium by Ryszard Kapuscinski

autore:Ryszard Kapuscinski [Kapuscinski, Ryszard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2012-09-12T08:41:34+00:00


1 Cascinale. [N.d.T.]

Misterium russo

Ufa è il punto di partenza per il mio viaggio uralo-siberiano. Percorso: Mosca, Ufa, Sverdlovsk, Irkutsk, Jakutsk, Magadan, Norylsk, Mosca. Complessivamente (considerati anche gli occasionali spostamenti in loco), circa ventimila chilometri di deserto nevoso. In questo periodo dell’anno (siamo in aprile) qui anche i fiumi sono blocchi di ghiaccio lunghi centinaia di chilometri. Ogni tanto, ma raramente, qualche città chiusa in se stessa, tutta per conto suo, avulsa dal resto, isolata come un’oasi del deserto di Gobi o del Sahara.

Ormai il mondo si è abituato all’idea del Caucaso in fiamme, ai continui scontri cruenti che di volta in volta scoppiano nelle repubbliche asiatiche (Tadžikistan, Uzbekistan ecc. ecc.), ai combattimenti dalle due parti del Dnestr. Scontri, sommosse e guerre etichettabili come conflitti nelle remote periferie dell’ex Urss, avvenimenti in un certo senso estranei alla Russia, al di fuori del suo organismo.

Tuttavia lo svegliarsi della coscienza nazionale baskira ci svela un nuovo conflitto in atto nell’Impero. Basta guardare la carta geografica: la Baskiria, quella con gli abitanti in coda per un bicchiere d’acqua potabile, con il dottor Janguzin e la sua raccolta di sciabole antiche, con Rim Akhmedov che cura la gente proponendo misture di erbe locali, questa Baskiria si trova all’interno della Federazione Russa. Ed ecco che i baskiri (insieme ad altre popolazioni non russe viventi nello stato russo) cominciano a farsi sentire, a reclamare diritti, a pretendere l’autonomia.

Vale a dire che, dopo il disfacimento dell’Urss, si delinea in prospettiva il disfacimento della Federazione Russa. In altre parole, alla prima fase di decolonizzazione, riguardante l’ex Unione Sovietica, ne segue una seconda: la decolonizzazione della Federazione Russa.

Federazione nel cui ambito, infatti, vivono oggi una ventina di popoli e tribù non russe, che sempre più chiaramente manifestano opposizione a Mosca e con sempre maggior insistenza sottolineano la diversità dei propri interessi. Un movimento di emancipazione nazionale che, con forza crescente, si diffonde a valanga tra baskiri e buriati, ceceni e ingusci, čuvasi e koriaki, tatari e mordvini, jakuti e tuva.

Il conflitto cresce.

È destinato ad assumere peso e significato, non foss’altro perché queste popolazioni e tribù perseguitate, oppresse e russificate per secoli, oggi si stanno moltiplicando rapidamente, mentre la percentuale di russi autentici in rapporto agli abitanti della Federazione è in calo continuo: i russi hanno un tasso di natalità assai basso. E infatti si avverte il loro stato di ansia, di insicurezza, di frustrazione.

A Irkutsk vedo il manifesto pubblicitario di uno spettacolo teatrale intitolato: Della Russia.

Compro un biglietto e vado.

Lo spettacolo si svolge in una chiesa, chiamata fino a poco fa museo dell’ateismo.

Le chiese.

Paradossalmente, le meglio conservate sono quelle trasformate dai bolscevichi in centri di lotta contro la religione, contro l’ortodossia, contro i pope, contro i monasteri e, appunto, contro le chiese. Tali centri, chiamati musei dell’ateismo, divennero sedi di mostre permanenti che illustravano come la religione fosse l’oppio dei popoli. Apposite vignette e didascalie spiegavano che Adamo ed Eva erano dei personaggi da fiaba, che i preti bruciavano le donne sul rogo, che i papi avevano l’amante e che i conventi erano covi di omosessuali.



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