Ingemaus by Marco Meier

Ingemaus by Marco Meier

autore:Marco Meier [Meier,Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2023-09-19T00:00:00+00:00


5.

Affermazione al fronte

Novemila chilometri e dieci centimetri.

È questa la distanza che agli inizi del 1954 separa Inge dal Brasile. I novemila chilometri non sarebbero neanche un problema. A costituire un ostacolo al momento insormontabile sono quei maledetti dieci centimetri del tratto iniziale dell’intestino. Infatti l’appendice comincia a tormentarla giusto due settimane prima che la Babitonga salpi da Amburgo.

“Constanze” le ha affidato un nuovo grande reportage fotografico in Brasile, ma quell’inutile prolungamento del colon vuole metterle i bastoni tra le ruote.

Per un attimo ho rischiato di perdermi il golfo di Copacabana, la cittadina di Petrópolis con le sue lussuose residenze estive e le belle ragazze di Rio de Janeiro. Sono finita sotto i ferri. Poi però ce l’ho fatta lo stesso a imbarcarmi, seppur – ancora malferma sulle gambe e senza appendice – da Anversa e non da Amburgo.

Questa volta il viaggio non è su un lussuoso piroscafo. La Babitonga è una nave mercantile, con trentasette uomini di equipaggio e uno sparuto gruppo di passeggeri. Oltre a Inge, un’anziana signora che non vede l’ora di riabbracciare i figli in Brasile, un’insegnante tedesco-brasiliana e un commerciante di frigoriferi.

Per un mese abbiamo cavalcato le onde. Onde che di continuo cambiavano colore, passando dal grigio mercurio al viola. Io me ne stavo al sole, mi incantavo a guardare le stelle e leggevo. Come nutrimento della mente mi ero portata dietro una piccola biblioteca.

A offrirle quel passaggio è di nuovo l’imprenditore del lievito Rudolf-August Oetker.

Tutte le volte che penserò al Brasile avrò davanti agli occhi quest’incredibile immagine: l’enorme golfo lungo il quale si distende il quartiere più chic della città, Copacabana, con i suoi grattacieli alti venti piani, e la spiaggia bianca, colorata da migliaia di puntini, gli ombrelloni.

Inge ha poco più di ventitré anni e ha acquisito sul campo le competenze tecnico-fotografiche che ora le consentono di viaggiare per il mondo. Ha un suo stile, una sua creatività, una leggerezza che in fondo non è altro che emanazione del suo carattere: ha fatto suo il moment décisif. Forse è ancora lontana dall’essere una professionista matura, ma la direzione che sta prendendo è nettamente tracciata, e prova ne è un’aumentata padronanza di un altro mezzo creativo, la scrittura.

Coperte da minuscoli bikini e da giacchette di spugna, l’ombrellino da sole sottobraccio, ai piedi scarpe con la zeppa, alle orecchie bizzarri pendagli, così agghindate le donne brasiliane si recano a passettini veloci al lavoro, o meglio al divertimento. Quasi tutte sono di carnagione scura, hanno capelli mossi e neri, occhi scuri, alcune sono di una bellezza che ricorda quella degli indiani d’America, altre spiccano per una grazia nera e tutte sono incredibilmente pulite, nonostante l’acqua spesso scenda a singhiozzo dai rubinetti, a causa del grande caldo. Quando le bellezze di Rio indossano ampie gonne risalta il loro vitino mozzafiato. E non c’è stata volta in cui, rivolgendomi a loro, non abbia incontrato una gentilezza e disponibilità incredibili.

Solo sul finale dell’articolo si avverte una lieve critica alle condizioni sociali. Il lavoro costituirebbe per molte donne solo una specie di “passatempo”.



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