Io sono il potere by Anonimo

Io sono il potere by Anonimo

autore:Anonimo [Anonimo]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Leggi e salsicce

Per procedimento legislativo si intende quello specifico iter il cui risultato finale consiste nell’approvazione di una legge. Ovvero di una regola generale e astratta. Il procedimento legislativo si articola in tre fasi: iniziativa, decisione e integrazione dell’efficacia. Ma parte della dottrina parla di quattro fasi, distinguendo la fase della decisione in due momenti (istruttoria e deliberazione vera e propria), ovvero distinguendo la fase integrativa dell’efficacia nelle due fasi della promulgazione e della pubblicazione.

L’ho spiegato bene. Come lo recitano i libri universitari. Come lo ripetevano i venticinque dirigenti di Publitalia selezionati da Marcello Dell’Utri. Correva l’anno 1993, le prime foglie ingiallite si adagiavano sul pelo del laghetto dei cigni di Milano 2. La videocassetta della discesa in campo di Silvio Berlusconi sarebbe stata recapitata ai direttori dei telegiornali non prima di quattro mesi. I quadri di Publitalia avevano riempito quaderni di appunti, nella sala dell’Hotel Jolly di Milano 2 dov’erano stati reclusi per un mese e mezzo. Costituzionalisti, ex parlamentari ed esperti di ogni risma li indottrinavano otto ore al giorno dal lunedì al venerdì. Loro ascoltavano. E scrivevano, scrivevano, scrivevano come scolaretti, sia pure in doppiopetto gessato e non in grembiulino.

Dell’Utri l’aveva chiamata “operazione Botticelli”, dal nome della sala dell’albergo in cui si svolgeva il corso intensivo.

Dopo le elezioni del 27 marzo, li ritrovai a Roma. L’abito era rimasto lo stesso, ma non quello mentale. Da pubblicitari a parlamentari. Mentre i barbari leghisti si beavano della loro ignoranza, i parvenu berlusconiani avevano le borse piene di kit, vademecum e appunti. Ma nonostante tutto si aggiravano increduli tra le commissioni parlamentari. Abituati a maneggiare budget e contratti, non si capacitavano dell’imperscrutabile e cangiante complessità del procedimento legislativo. La pappardella memorizzata a Milano 2 appariva distante anni luce dalla realtà.

“Se vi piacciono le leggi e le salsicce non chiedetevi come vengono fatte,” salmodiava Antonio Martino. Figlio d’arte (il padre era stato ministro degli Esteri), professore universitario (allievo del Nobel Milton Friedman) e tessera numero due di Forza Italia, veniva interrogato come l’oracolo di Dodona dagli ateniesi. A differenza di quando pronunciava la stessa citazione ai suoi studenti della Luiss, Martino in Transatlantico ometteva di specificare che la frase era stata coniata da Bismarck. “Non capirebbero,” chiosava arrotando la cadenza siciliana.

I berlusconiani, i leghisti e dopo di loro i grillini hanno imparato in fretta. È la prima, basilare lezione del potere romano. Le leggi non si fanno come insegnano i manuali di diritto. Le leggi non si fanno com’è scolpito in Costituzione. Le leggi non si fanno com’è scritto nei regolamenti parlamentari. La volontà generale lasciamola alle pagine dei sussidiari scolastici sui rivoluzionari francesi e a certe fumisterie telematiche. Democrazia, sovranità, rappresentanza, popolo: concetti cristallini, certo, ma per i seminari e le conferenze. Non qui.

Qui le leggi raramente si approvano per venire incontro alle esigenze vitali dei cittadini. Le leggi si fanno per favorire, garantire, promuovere, comporre interessi. Di una persona, di un gruppo, di un’azienda, di una categoria sociale, di un territorio. Si può trattare di interessi nobili o vili.



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