Italiani brava gente by Del Boca Angelo

Italiani brava gente by Del Boca Angelo

autore:Del Boca Angelo
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-09-28T04:00:00+00:00


Per l'operazione contro Debrà Libanòs, che circondava nella serata del 19 maggio, Maletti rinunciava a servirsi dei battaglioni eritrei, composti in gran parte da cristiani, e utilizzava ascari libici e somali, di fede musulmana, e soprattutto - sono parole sue - «i feroci eviratori galla della banda Mohamed Sultan: 1500 uomini armati di pugnale, di lance e di vecchi fucili, agili come scimmie, liberi da ogni vincolo formale tattico e guidati dal loro istinto infallibile»44.

Situato nello Scioa del Nord, il grande monastero di Debrà Libanòs era stato fondato nel XIII secolo dal santo tigrino Tede Haymanot e comprendeva due grandi chiese in muratura, un migliaio di tucul abitati da monaci, preti, diaconi, studenti di teologia, suore e un centinaio di tombe di illustri capi abissini, a guardia delle quali stavano monaci e cosci (sacerdoti). Mentre Maletti completava l'occupazione della città conventuale, riceveva da Graziani un telegramma che diceva: QUESTO AVVOCATO MILITARE MI COMUNICA PROPRIO IN QUESTO MOMENTO CHE HA RAGGIUNTO La PROVA ASSOLUTA DELLA

CORREITÀ DEI MONACI DEL CONVENTO DI DEBRÀ LIBANÒS CON

GLI AUTORI DELL'ATTENTATO. PASSI PERTANTO PER LE ARMI TUTTI

I MONACI INDISTINTAMENTE, COMPRESO IL VICE-PRIORE. PREGO

DARMI ASSICURAZIONE COMUNICANDOMI NUMERO DI ESSI. DIA

PUBBLICITÀ AT RAGIONI DETERMINANTI PROVVEDIMENTO45.

Per la verità, le prove scoperte dal maggiore Franceschino erano estremamente vaghe e, al massimo, avrebbero potuto riguardare uno o più monaci e non l'intera comunità. Ma il viceré, da tempo, era persuaso che il convento fosse «un covo di assassini, briganti e monaci assolutamente a noi avversi» 46. Pertanto non provava alcuno scrupolo a ordinarne lo sterminio.

Poiché Graziani aveva assicurato al ministro delle Colonie Lessona che «le esecuzioni disposte in conseguenza del citato 218 attentato saranno effettuate in luoghi isolati e che nessuno —. ribadisco: nessuno - può esserne testimone» 47, Maletti provvedeva nella stessa giornata del 19 maggio a cercare un luogo adatto per il massacro. Lo scopriva a pochi chilometri da Debrà Libanòs, nella località di Laga Wolde, una piana chiusa a ovest da un anfiteatro di cinque colline e a est dal fiume Finche Wenz, che defluiva nel burrone di Zega Wedem.

Il luogo era ideale perché disabitato e per di più era accessibile agli autocarri che avrebbero trasportato le vittime.

Dopo alcuni sommari accertamenti e la separazione dei religiosi dagli occasionali pellegrini, nella giornata del 21 maggio Maletti trasferiva nella piana di Laga Wolde i monaci selezionati. Nella loro precisa ricostruzione dei fatti, i due docenti universitari Ian L. Campbell e Degife GabreTsadik riferiscono: Le vittime furono spinte giù dal camion e furono rapidamente fatte allineare, con il viso a nord e la schiena volta verso gli ascari. Furono quindi costretti a sedersi in fila lungo l'argine meridionale del fiume, che in quel periodo dell'anno era quasi completamente in secca. Gli ascari presero quindi un lungo telone, preparato appositamente per l'occasione, e lo stesero sui prigionieri come una stretta tenda formando un cappuccio sopra la testa di ognuno di loro 48.

Si procedeva quindi alla fucilazione dei religiosi. E mentre un ufficiale italiano provvedeva a sparare il colpo di grazia alla testa, vicino



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