Ius by Aldo Schiavone

Ius by Aldo Schiavone

autore:Aldo Schiavone [Schiavone, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858426197
editore: Einaudi


Il frammento appartiene a un commento di Paolo a Plauzio, un giurista del tardo I secolo d.C., non utilizzato dai compilatori giustinianei30: ed è probabile che esso contenga, nel suo insieme, piú una testimonianza del pensiero di Sabino, che una sua trascrizione letterale31. Alcuni elementi sono comunque indiscutibili. Innanzitutto, la prima parte del testo, anche se non direttamente riconducibile a Sabino, ne doveva riflettere la dottrina; altrimenti il richiamo successivo – in evidente continuità rispetto alle affermazioni precedenti – sarebbe stato del tutto incongruo da parte di Plauzio, che invece era un attento lettore del maestro citato. Poi, l’enunciato del punto piú importante – «non si ricavi il diritto dalla regola, bensí…» – è formulato come un’esortazione, che conteneva in modo esplicito il riferimento a un’ipotesi opposta, adombrata per essere subito rovesciata nel suo contrario; e il taciuto interlocutore di questa polemica non poteva che essere Labeone, impegnato in una direzione opposta: un avversario al livello di Sabino, ma forse troppo in alto per Plauzio. E infine, la funzione della regola risultava in questa dottrina fondata su un modello che era al centro proprio del lavoro di Sabino: la compiutezza descrittiva guidata dalla «brevità». Lo sforzo per realizzare una sintesi della tradizione civilistica era stato infatti la direttrice principale della ricerca del giurista: la trama espositiva dei libri Iuris civilis ne è la conferma piú evidente32.

Alla proposta di Labeone, Sabino rispondeva suggerendo una gerarchia completamente diversa di compiti e di finalità per il lavoro della giurisprudenza: un mutamento cui dovevano aver contribuito almeno due ordini di idee. Da un lato, l’abbandono degli esiti piú impegnativi del razionalismo labeoniano (e forse, come abbiamo visto, già serviano). Per un altro verso, la consapevolezza della necessità di arrivare a una redistribuzione di ruoli nei rapporti fra giuristi e organi costituzionali piú direttamente controllati dal principe: di cominciare a definire cioè forse con maggiore realismo, ma sempre in modo non rinunciatario, i termini di quel compromesso che Labeone aveva cercato di stabilire nella maniera piú avanzata e aggressiva possibile, nelle condizioni del momento.

Sabino ebbe una vita lunghissima: attraversò indenne l’ultima cupa età tiberiana, fatale, come abbiamo visto, a Nerva, che aveva seguito il principe nell’isolamento di Capri; assistette, per quel che sappiamo senza conseguenze, al tramonto dei sogni classicisti del tempo di Augusto, e lo ritroviamo (probabilmente) ancora al lavoro nei primi anni del principato di Nerone33. Le convulsioni politiche ostacolavano il consolidarsi del compromesso fra giuristi e principe; e d’altro canto quella parte di labeonismo ormai introiettata dalla giurisprudenza impediva il radicarsi di un atteggiamento troppo subalterno: fu probabilmente questa sotterranea resistenza a provocare lo scatto di Caligola ricordato da Svetonio. Gli esordi del principato di Nerone sembrarono riaprire qualche speranza; ma fu una breve illusione, e nel 65 la repressione colpiva il piú prestigioso fra gli allievi di Sabino: Gaio Cassio Longino, un aristocratico nutrito di cultura filorepubblicana, discendente da Quinto Elio Tuberone e Servio Sulpicio Rufo34. Cassio, giovane brillante e in vista negli anni di Tiberio, in stretti rapporti con Seiano,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.