(J.A. Mysteries 03) Jane e il segreto del medaglione by Stephanie Barron

(J.A. Mysteries 03) Jane e il segreto del medaglione by Stephanie Barron

autore:Stephanie Barron [Barron, Stephanie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Giallo storico
ISBN: 9788850231331
editore: Tea
pubblicato: 2013-06-02T16:00:00+00:00


Capitolo 10

Il conforto del tè intiepidito

14 dicembre 1804, continuazione

Iballi del venerdì sera alle Lower Rooms iniziavano alle sei esatte e non si protraevano oltre le undici, secondo un’usanza dovuta alle tendenze dispotiche del defunto «Beau» Nash, arbitro del contegno pubblico per la buona società di Bath58. Di conseguenza, gli Austen arrivarono quando mancavano esattamente dieci minuti alle sei, porsero i loro omaggi a Mr. King, l’attuale maestro di cerimonie, poi il reverendo George abbandonò le gentildonne per le delizie della sala da gioco, dove fu felice di gettarsi tra gli artigli di alcuni rapaci giocatori di whist. Così, fummo libere di aggirarci per la sala alla ricerca di conoscenti. Allorché incontrammo Henry ed Eliza, ne rimasi sbalordita, ben sapendo che la contessa era solita cenare alle sei o alle sette, talché per lei le consuetudini di Bath dovevano essere disgustosamente provinciali.

«Mia cara signora!» gridò Eliza, salutando mia madre con un bacio sulla guancia. «Siete davvero coraggiosa ad avventurarvi in mezzo alla folla delle Lower Rooms in una notte tanto gelida! Ed ecco le ragazze, incantevoli!» Indietreggiò di un passo per osservare meglio la mia veste color zaffiro e quella di mussola a pois indossata da Cassandra, poi si volse al marito per riceverne il sostegno. «Jane è così bella, Henry, che dobbiamo proprio sperare d’incontrare Lord Harold.»

A quelle parole arrossii, giacché era stato proprio pensando al Furfante Gentiluomo che per una volta avevo preferito i nastri al cappellino, e percepii l’immediata tensione di Cassandra accanto a me.

«Mi domando, Eliza, per quale motivo cerchi d’incoraggiare il corteggiamento di Sua Signoria», obiettò mia sorella. «Non può essere considerato rispettabile.»

«Bah! E quale importanza può mai avere per me, o per Jane? Lasciamo a te, mia cara, i tediosi individui il cui unico merito è la rispettabilità, e ci accontentiamo della luce riflessa della virtù.»

Imbarazzata, portai una mano alla gola per toccare il crocifisso di topazio. «Stasera sei bellissima, Eliza. Il porpora è un colore che non molte donne possono indossare, eppure ti dona splendidamente.»

«Oh, questo vecchio abito...» e scrollò le spalle con noncuranza. «Non oserei mai indossarlo a Londra, dov’è già stato visto, mentre a Bath... Be’...» Lasciò vagare per la sala lo sguardo sfavillante, tanto vivace da smentire i suoi quarantatré anni.

«Mrs. Austen!» gridò una donna di alta statura, dal lungo collo pallido, la chioma raccolta in un incantevole turbantino di Sèvres azzurro e oro. «Che gioia rivedervi!» aggiunse, curvandosi per stringere la mano guantata alla contessa. «È passato un secolo!»

«Isabella Wolff!» rispose Eliza, con uguale felicità, prima di abbracciare con trasporto la bella donna. «Diventi ogni anno più bella! Jane... Cassandra... Permettetemi di presentarvi Mrs. Jens Wolff, moglie del console danese. Le mie sorelle, le signorine Austen...»

Cassandra e io salutammo con una riverenza.

«Mrs. Austen... Posso presentarvi Mr. Thomas Lawrence?» domandò a sua volta Isabella Wolff. Allora, vidi alle sue spalle il bel pittore in attesa, con un’aria di paziente adorazione che sembrava del tutto estranea al suo volto severo e flemmatico, e forse proprio per questo risultava ancora più impressionante.

Anche se s’inchinò, Mr.



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