Joseph Anton by Salman Rushdie

Joseph Anton by Salman Rushdie

autore:Salman Rushdie [Rushdie, Salman]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography
ISBN: 9788852029042
editore: Mondadori
pubblicato: 2011-12-31T23:00:00+00:00


6

Perché è impossibile fotografare la pampa

Molto tempo prima, durante una visita a Mijas – la città in cui Manuel Cortés si era nascosto da Franco per trent’anni, trascorrendo le giornate in una nicchia costruita dietro l’armadio e dove, quando la sua famiglia aveva dovuto traslocare, si era travestito da anziana signora per attraversare le strade del paese di cui era stato sindaco – aveva conosciuto un fotografo di origini tedesche di nome Gustavo Thorlichen, un bell’uomo, alto, dal naso aquilino, con i capelli grigi e lisci, e tre aneddoti interessanti da raccontare. All’interno della comunità di espatriati di Mijas si mormorava che fosse un ex nazista, ma soltanto perché era andato a finire in Sudamerica. In realtà, era scappato in Argentina dalla Germania già negli anni Trenta, e proprio per sfuggire al nazismo. Un giorno, a Buenos Aires, era stato incaricato di scattare alcune fotografie a Evita Perón, «uno dei quattro fotografi», come gli comunicò al telefono l’assistente della Perón, «a godere di questo privilegio». Aveva fatto un respiro profondo, e poi aveva replicato: «La ringrazio per avermi concesso tale onore, ma se chiede a me di fare delle foto non deve chiederlo a nessun altro. In questo caso mi vedo dunque costretto a declinare rispettosamente l’invito». Era seguito un silenzio teso, poi l’assistente aveva esclamato: «Si rende conto che potrebbe essere cacciato dall’Argentina per quello che ha appena detto?». «Se rischio di essere espulso per un motivo come questo, allora non vale la pena di restare.» Poi aveva riagganciato ed era andato in camera da letto per dire alla moglie: «Comincia a fare le valigie». Venti minuti dopo, il telefono aveva squillato di nuovo. Era lo stesso assistente di prima. «Evita la vuole vedere domani mattina alle undici, da solo.» Dopo quell’incontro era diventato il fotografo personale sia di Eva sia di Juan Perón. Il famoso ritratto delle spoglie di Evita l’aveva scattato lui.

Questo era il primo aneddoto interessante. Il secondo riguardava il periodo trascorso a La Paz in compagnia di un giovane Che Guevara, che nei Diari della motocicletta lo aveva definito “un grande artista della camera oscura”. Nel terzo era un giovane fotografo agli esordi che in una libreria di Buenos Aires aveva riconosciuto, in un uomo molto anziano che si trascinava nel negozio, nientemeno che Jorge Luis Borges. Si era fatto coraggio, aveva avvicinato il grande scrittore e gli aveva detto che stava lavorando a un ampio progetto fotografico, con l’intenzione di fornire un ritratto dell’Argentina, e che sarebbe stato estremamente onorato se Borges avesse voluto scriverne la prefazione. Chiedere a un cieco di scrivere l’introduzione di un libro illustrato era una follia, ne era ben consapevole, ma fu esattamente quello che fece. «Usciamo a fare un giro» gli aveva risposto Borges. Mentre passeggiavano per le strade della città, Borges aveva descritto i palazzi che aveva intorno con precisione fotografica. Ma di tanto in tanto passavano davanti a un nuovo fabbricato, costruito al posto di qualche vecchio edificio demolito. Allora Borges gli chiedeva di fermarsi e di descrivere nel dettaglio quello che vedeva.



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