Kafka by Pietro Citati

Kafka by Pietro Citati

autore:Pietro Citati
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Franz Kafka, Critica letteraria,
editore: Adelphi
pubblicato: 2007-01-29T05:00:00+00:00


VII

UN INTERMEZZO GRECO-CINESE

Come le alte gerarchie del Tribunale, la direzione della Grande Muraglia cinese abita un luogo inattingibile. Per quanto l'anonimo Narratore della storia abbia interrogato, nessuno ha mai saputo dove fosse la sede della direzione, e chi ospitasse. Anche qui, il centro del mondo è ignoto. Ma, in questo luogo sconosciuto, si raccoglie la suprema sapienza del mondo. Sebbene la direzione della Grande Muraglia non sia, probabilmente, divina, dalla finestra aperta entra «il riflesso dei mondi divini » e illumina le mani dei dirigenti che stanno disegnando i progetti. Quello che colpisce, nell'attività della direzione, è il suo respiro di totalità. Lassù è la sede armoniosa del Tutto. Sotto la luce delle ampie finestre illuminate da Dio giungono tutti i desideri, le fantasie e i pensieri dell'uomo: tutti i suoi adempimenti e le sue mete; e le esperienze architettoniche di tutti i tempi e i popoli conosciuti.

Eppure questa direzione divina, ispirata dal soffio della totalità, ha costruito solo muraglie frammentarie. La Grande Muraglia non è una costruzione unica, che comincia nelle steppe del Nord, dove minacciano i mongoli, e finisce sull'orlo delle montagne del Tibet, attraversando pianure, montagne e deserti. È una serie di costruzioni parziali: muri lunghi cinquecento metri, costruiti ognuno da un gruppo di venti operai, e che non sono raccordati fra loro. Tra una muraglia e l'altra, a quanto racconta la storia o la leggenda, ci sono grandi lacune. A che può servire una muraglia così frammentaria? Come può difendere una muraglia piena di interruzioni? I barbari possono insinuarsi tra una parte e l'altra, avanzare nella pianura e demolire i muri costruiti nelle regioni deserte. Del resto, nessuno ha mai visto i barbari. I cinesi leggono di loro nei vecchi libri, e le crudeltà che essi commettono li fanno sospirare nelle pacifiche verande. Nei quadri realistici degli artisti, vedono quelle facce di dannati, le bocche spalancate, le mascelle armate di grandi denti aguzzi, gli occhi stretti che pare stiano già a spiare la preda che la bocca maciullerà e sbranerà. Vedendo questi quadri, i bambini piangono di paura. Ma dei barbari, i cinesi non sanno altro. «Non li abbiamo mai visti, e se restiamo nel nostro villaggio, non li vedremo mai, neanche se sui loro cavalli selvaggi si lanciassero direttamente verso di noi cacciando, - troppo grande è il paese, e non li lascerebbe avvicinarsi fino a noi, si smarrirebbero nell'aria vuota». Nessuno, in realtà, ha mai pensato di costruire la Grande Muraglia contro i barbari. La direzione è sempre esistita, antica come gli dèi della Cina; e anche il progetto architettonico si perde nel passato più remoto. La Grande Muraglia è una idea filosofica, una forma ideale, un'architettura della mente, che la gerarchia celeste ha immaginato per tenere insieme l'immenso e multiforme popolo cinese.

Il paradosso della Cina sta appunto in questo. La direzione totale vuole costruire una muraglia parziale, limitata e lacunosa, perché la totalità della mente celeste si rispecchia meglio, sulla terra, nelle costruzioni frammentarie. Il tutto è rigido: mentre il frammentario è flessibile,



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