Kean, Sam by Il cucchiaino scomparso e altre storie

Kean, Sam by Il cucchiaino scomparso e altre storie

autore:Il cucchiaino scomparso e altre storie [ITA Adelphi 2012] [storie, Il cucchiaino scomparso e altre]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-10-09T13:45:35+00:00


Il Revigator, recipiente di ceramica rivestita di radio. I possessori

di questo status symbol lo riempivano d’acqua, che lasciavano decantare per una notte; dopodiché bevevano il rinfrescante liquido diventato radioattivo. Si raccomandava di assumerne almeno sei bicchieri al giorno (National Museum of Nuclear Science and

History).

il polonio. Ecco perché quando l’ex spia del kgb Alexandr

Litvinenko fu avvelenato da sushi al polonio, e comparve

in televisione debilitato come un malato di leu cemia, senza

capelli e sopracciglia, tutti sospettarono in pri mo luogo dei

suoi ex datori di lavoro al Cremlino.

Un solo altro caso di avvelenamento acuto da polonio ha

avuto la drammatica risonanza del caso Litvinenko: quello

di Irène JoliotCurie, la figlia di Marie. Questa don na alta,

magra e dagli occhi tristi, oltre che scienziata di va lore, assieme al marito Frédéric Joliot si mise a lavorare nel solco della madre, e ben presto la superò. Infatti non sco prì nuovi elementi radioattivi ma inventò un modo per cre arne

di artificiali, cioè per convertire innocue sostanze stabili in

Elementi politici 217

radioattive bombardandole con particelle subatomi che. Per

queste ricerche le fu conferito il Nobel per la chi mica nel

1935. Purtroppo, Irene utilizzava il polonio come bombardiere atomico. Un giorno del 1946, poco dopo la liberazione della Polonia dal giogo della Germania nazista e mentre era

in corso la sua trasformazione in Stato fantoc cio dei sovietici,

una capsula di polonio esplose nel suo la boratorio e un’alta

dose di quell’elemento, tanto amato dalla madre, le finì nei

polmoni. Non ci furono foto umi lianti e inchieste come nel

caso Litvinenko, ma Irène Jo liotCurie morì di leucemia nel

1956, proprio come Marie ventidue anni prima.

La morte tragica di Irene fu una crudele beffa del destino, perché le sostanze radioattive artificiali, la cui produzione a basso costo fu resa possibile proprio dalle sue scoperte, oggi sono importanti strumenti di diagnosi medica. Se assunti in piccole dosi, questi cosiddetti «traccianti» rendono gli organi e i tessuti molli studiabili come se fosse ro ossa ai raggi X. Li si può trovare in quasi tutti gli

ospedali del mondo e c’è una nuova disciplina, la medicina nuclea re, dedicata al loro studio. Eppure la storia dei traccianti iniziò come una bravata studentesca, compiuta

da un ami co di Joliot come atto dimostrativo nei confronti

di una pa drona di casa taccagna.

Nel 1910, poco prima che Marie Curie ricevesse il secondo Nobel, il giovane György Hevesy giunse in Inghilterra per fare ricerche sulla radioattività. Il suo direttore di laboratorio all’Università di Manchester, Ernest Rutherford, gli affidò come primo compito un’impresa erculea: separare

gli atomi radioattivi da quelli stabili all’interno di un pezzo di piombo. In effetti risultò che l’impresa non era solo im proba, ma semplicemente impossibile. Rutherford aveva

dato per scontato che la sostanza di cui era a caccia, il cosiddetto radioD, fosse chimicamente diversa, ma in realtà si trattava di piombo radioattivo, non separabile dal resto

del piombo con metodi chimici. Non sapendolo, Hevesy

perse due anni del suo tempo in questo lavoro noiosissimo

prima di gettare la spugna.

218 Elementi umani, troppo umani

Questo aristocratico ungherese – dal viso affilato, baffu to e

con lo sguardo malinconico – incontrava frustrazioni anche

sul fronte domestico.



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