Madame Bovary (Feltrinelli) by Gustave Flaubert

Madame Bovary (Feltrinelli) by Gustave Flaubert

autore:Gustave Flaubert [Flaubert, Gustave]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2014-02-11T23:00:00+00:00


X

A poco a poco quelle paure di Rodolphe coinvolsero anche lei. All’inizio l’amore l’aveva inebriata, e non aveva pensato ad altro. Ma ora che era divenuto indispensabile alla sua vita temeva di doverne perdere anche una minima parte, oppure che qualcosa venisse a turbarlo. Quando tornava da quelle visite si guardava intorno con aria circospetta, spiava qualunque forma vedesse passare all’orizzonte e ogni finestrella del villaggio da dove potessero vederla. Stava in ascolto dei passi, delle voci, dello stridore degli aratri; e si fermava ancora più livida e tremante dei pioppi che ondeggiavano sopra la sua testa.

Una mattina che stava rientrando in quelle condizioni, credette di scorgere all’improvviso la lunga canna di una carabina che sembrava mirare proprio a lei. La canna usciva obliquamente dalla cima di una piccola botte seminascosta in mezzo all’erba, ai margini di un fosso. Nonostante fosse sul punto di svenire per la paura Emma andò avanti e un uomo uscì dalla botte, come quei diavoli a molla che si drizzano dal fondo delle scatole. Aveva un paio di ghette arricciate fino al ginocchio, un berretto calato sugli occhi, le labbra tremanti e il naso rosso. Era il capitano Binet che faceva la posta alle anatre selvatiche.

“Avreste anche potuto dare una voce!” protestò l’uomo. “Quando si vede un fucile bisogna sempre avvertire.”

Con questo l’esattore cercava di nascondere lo spavento che si era preso; infatti un’ordinanza prefettizia proibiva la caccia alle anatre fatta eccezione per quella in barca, e quindi il signor Binet, malgrado il suo rispetto per le leggi, si trovava in contravvenzione. Ogni minuto gli sembrava di sentire arrivare la guardia campestre. Ma quella inquietudine acuiva il suo piacere, e tutto solo nella sua botte non faceva che applaudirsi per la propria fortuna e per la propria furbizia.

Alla vista di Emma parve sollevato da un grosso peso, e subito attaccò discorso:

“Non fa caldo, pizzica!”

Emma non rispose. E quello proseguì:

“E voi, fuori così di buon’ora stamattina?”

“Già,” disse lei balbettando, “sono stata dalla balìa a vedere la mia bambina.”

“Ah! benissimo, benissimo! Quanto a me, tal quale mi vedete, sono qui dalle prime luci dell’alba, ma il tempo è talmente grigio che l’anatra mi dovrebbe sbattere proprio sulla punta del fucile...”

“Buongiorno, signor Binet,” lo interruppe lei voltandogli le spalle.

“Servo vostro, signora,” rispose lui seccamente.

E si infilò di nuovo nella botte.

Emma si pentì di avere lasciato così bruscamente l’esattore. Avrebbe fatto di certo supposizioni sgradevoli. Quanto alla storia della balia, non si poteva trovare una scusa peggiore, a Yonville sapevano tutti benissimo che la piccola Bovary era tornata a casa già da un anno. E poi, nei dintorni non abitava nessuno; quella strada portava soltanto alla Huchette; dunque Binet aveva indovinato da dove veniva e non sarebbe stato zitto, avrebbe fatto sicuramente un sacco di chiacchiere! Stette tutta la sera a lambiccarsi il cervello su tutte le scuse possibili e immaginabili, con quell’imbecille in tenuta da caccia continuamente davanti agli occhi.

Dopo pranzo Charles, vedendola pensierosa, la volle portare dal farmacista perché si distraesse; e la prima persona che lei



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