La ballata dei padri infedeli by Rosa Teruzzi

La ballata dei padri infedeli by Rosa Teruzzi

autore:Rosa Teruzzi [Teruzzi, Rosa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845427091
editore: © 2024 by Sonzogno di Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia


* * *

Mentre l’auto correva verso Milano, Capistrano rifletteva su quanto fosse stato anomalo e imprudente il suo comportamento. In altri momenti della sua vita se la sarebbe svignata al solo apparire di Iole. Adesso, invece, non solo era rimasto a chiacchierare per più di un’ora con una donna che non vedeva da oltre cinquant’anni e di cui non sapeva assolutamente nulla, ma si era anche – e per sua scelta – imbarcato in un’avventura con lei e altre due sconosciute.

Dietro le lenti a specchio degli occhiali da sole, studiò furtivo la ragazza mora e silenziosa che sedeva al suo fianco. Scriveva veloce sull’iPad. Era una giornalista, quell’Irene, eppure, nonostante la diffidenza fosse una qualità tipica della sua categoria, sembrava essersi accontentata della sua sincera ma vaga spiegazione sui rapporti con il Gianni: «È figlio dei miei vicini di casa, gli sono affezionato e sono tornato dall’estero per tenerlo d’occhio, ora che il padre è scomparso.»

«E lo tieni d’occhio da cinquanta chilometri di distanza?» avrebbe chiesto lui se fosse stato al posto della ragazza. Ma lei non aveva fiatato e questo aveva contribuito ad alimentare i dubbi dell’uomo: è risaputo, infatti, che i giornalisti non si accontentano mai delle risposte poco circostanziate e, per di più, non vanno in giro a spifferare le proprie notizie, come aveva fatto quell’Irene, se non per averne un tornaconto. E non gli aveva neanche chiesto perché si trovasse a Oggiono. Tutto questo era molto sospetto. Eppure, a pelle, la ragazza gli piaceva e non nel modo in cui di solito le donne piacevano a lui, vecchio gaudente. C’era qualcosa di misterioso e di tenero in lei che ispirava fiducia. Ma il suo sguardo sembrava leggerti dentro e al Gatto non piaceva sentirsi scoperto.

«Metti il turbo, Libera» fece in quel momento Iole, dal sedile davanti, sfiorando il braccio della figlia con un tocco che sembrava una carezza.

Anche quella Libera era un tipo curioso, pensò l’uomo. Non aveva aperto bocca da quando si erano incontrati e sembrava la meno attiva delle tre, ma il suo sguardo era intelligente e profondo. Sarebbe stato stupido sottovalutarla.

Si accorse che stava ragionando come se considerasse lei e le sue socie possibili nemiche di cui valutare la pericolosità. Dall’istante in cui Iole l’aveva abbordato al bar, non aveva smesso di chiedersi come mai se le fosse ritrovate tra i piedi a seguire la sua stessa pista. Non è che le Miss Marple del Giambellino in realtà avessero altro per la mente che la scomparsa di Hamma?

«Adesso chiamo il capo al giornale» annunciò a un certo punto la moretta. Con un dito appoggiato alle labbra gli fece cenno di restare in silenzio. Poi schiacciò un tasto della rubrica e mise il cellulare in vivavoce, un gesto che indicava fiducia nei suoi confronti, pensò il Gatto. O forse ingenuità. O forse estrema furbizia. Ma ci voleva ben altro per far abbassare le difese a un tipo prudente come lui.

«Allora dove siete, lavative?» tuonò al telefono la voce catarrosa di un uomo non più giovane.



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