La battuta umoristica by Sigmund Freud

La battuta umoristica by Sigmund Freud

autore:Sigmund Freud [Sigmund Freud]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


C – PARTE TEORICA

VI - LA RELAZIONE DELLA BATTUTA CON IL SOGNO E CON L’INCONSCIO

Al termine del capitolo dedicato alla scoperta dell’umorismo, abbiamo affermato (pagg. precedenti) che i processi di condensazione con e senza sostituzione, di spostamento, di rappresentazione tramite l’assurdo, tramite il contrario, di rappresentazione indiretta, eccetera, processi che abbiamo riscontrato essere coinvolti nella creazione della battuta, corrispondono in larga misura ai processi del “lavoro onirico”, e ci siamo ripromessi, da un lato, di studiare più attentamente queste somiglianze, dall’altro di ricercare l’elemento comune alla battuta e al sogno, che sembra essere abbozzato in questo modo. Sarebbe molto più facile eseguire questa comparazione se fosse noto uno dei termini del confronto, ovvero il “lavoro onirico”. Ma probabilmente sarebbe meglio non fare questa supposizione; ho l’impressione che la mia Interpretazione dei sogni, pubblicata nel 1900, abbia suscitato più “stupore” che “illuminazione” tra i colleghi professionisti, e so che altre cerchie di lettori si sono accontentati di ridurre il contenuto del libro a una frase fatta (“realizzazione dei desideri”) che può essere ricordata facilmente e usata convenientemente in modo improprio.

Mano a mano che continuavo a occuparmi dei problemi trattati in quella sede, problemi a cui la mia attività di medico psicoterapeuta dà ampio spazio, non mi sono però imbattuto in nulla che potesse indurmi a modificare o a correggere il mio modo di pensare, e quindi posso aspettare con calma che i lettori finiscano per comprendermi o che una critica penetrante mi dimostri gli errori di fondo della mia visione. Ai fini del confronto con la battuta, ripeterò qui brevemente i dati essenziali sul sogno e sul lavoro onirico.

Conosciamo il sogno dal ricordo, perlopiù frammentario, che ci rimane dopo il risveglio. Si tratta quindi di un insieme di impressioni sensoriali per la maggior parte visive (ma anche di altro tipo) che ci hanno dato l’illusione di un’esperienza vissuta e alle quali si mescolano processi di pensiero (il “sapere” del sogno) e manifestazioni affettive. Ciò che ricordiamo come sogno io lo definisco “contenuto onirico manifesto”. Spesso questo contenuto è completamente assurdo e confuso, talvolta solo l’uno o l’altro; ma anche se è assolutamente coerente, come in vari sogni d’angoscia, si contrappone alla nostra vita psichica come qualcosa di estraneo, della cui origine non siamo in grado di renderci conto. Finora si è cercata nel sogno stesso la spiegazione delle sue caratteristiche, interpretandole come segni di un’attività disordinata, dissociata e, per così dire, “assonnata” degli elementi nervosi.

D’altro canto, ho dimostrato che questo contenuto onirico “manifesto”, così peculiare, si può rendere comprensibile ogni volta, considerandolo però come la trascrizione mutilata e alterata di certe formazioni psichiche ragionevoli che meritano il nome di “pensieri onirici latenti”. Si giunge alla conoscenza di questi pensieri onirici latenti scomponendo il contenuto onirico manifesto nelle sue parti costitutive, senza tener conto del suo eventuale significato apparente, e seguendo poi i fili di associazione che si diramano da ciascuno degli elementi così isolati. Questi fili si intrecciano l’uno con l’altro e alla fine portano a una struttura di pensieri che



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