La dittatura dei dati by Brittany Kaiser

La dittatura dei dati by Brittany Kaiser

autore:Brittany Kaiser [Kaiser, Brittany]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General, Political, Science & Technology
ISBN: 9788830507500
Google: h3K9DwAAQBAJ
editore: Harper Collins Italia
pubblicato: 2019-11-20T23:00:00+00:00


10

CAMBI DI DECISIONE

Estate 2016

Alla lunga risultò difficile sostenere il senatore Cruz. La sua scarsa popolarità era un ostacolo troppo grande, tanto che nemmeno i nostri metodi riuscirono a modificare le intenzioni di voto degli elettori. Cambridge Analytica fece di tutto per dare supporto alla campagna e al super PAC, e per cercare di trasformare Cruz dalla pecora nera del Congresso qual era in un senatore dal nome familiare. Ma alla fine gli rimase attaccata l’etichetta del bugiardo affibbiatagli da Trump, e Cruz si ritirò nell’ultima fase della competizione.

Cambridge non la considerò mai una sconfitta. Anzi, festeggiammo come se avessimo vinto. Il trionfo della macchina da guerra di Cruz fu celebrato da vari giornali e TV degli Stati Uniti, e fu addirittura notato da altri paesi, stupiti dalla possibilità di utilizzare la scienza dei dati in politica. Per caso il team di Cruz è anche in grado di salvare la carta stampata? si chiese un redattore di Forbes, sperando che possedessimo la formula magica per restituirgli i lettori persi. “Il team di Cruz si affida alla profilazione psicologica per vincere le elezioni”, titolava un altro articolo. Ci arrivavano continue richieste da varie società e politici, nonostante Cruz avesse perso.

La sua uscita, difatti, non decretò la fine dei giochi né per Cambridge né per i Mercer, poiché da tempo entrambi erano coinvolti nella campagna di Trump, sebbene la notizia non fosse stata resa pubblica.

Alcune persone consideravano i Mercer dei reietti. Un ex collega di Bob Mercer rivelò che Bob credeva che il valore degli esseri umani fosse calcolabile in base a quanti soldi facevano; e una volta disse anche che un gatto aveva un valore perché procurava piacere agli umani, mentre al contrario il valore di una persona che lavorava nel welfare era assolutamente negativo.1 Io non avevo nulla contro Bob. Ritenevo che simili idee fossero semplicemente frutto della mente di un data scientist introverso; quelli che avevo conosciuto erano spesso dei tipi asociali, che amavano i numeri più degli esseri umani. In ogni caso, mi ero ritrovata in una stanza insieme a lui solo tre volte, e non avevo altri riferimenti per poterlo giudicare.

Lo incontrai per la prima volta nel luglio 2016, poco tempo dopo la transizione da Cruz a Trump, nel nostro grande ufficio a New York, dov’era venuto per visitare la nuova sede che aveva contribuito a finanziare. In precedenza, Cambridge aveva occupato una piccola stanza negli uffici della Reclaim New York di Bekah, all’interno del NewsCorp Building, arredata soltanto con qualche scrivania e un tavolo da ping pong che Alexander utilizzava per lavorare: un buffo inconveniente che aveva avuto però il suo lato positivo, dato che di tanto in tanto avevamo improvvisato qualche partita. Il nuovo ufficio era al settimo piano del Charles Scribner’s Sons Building, tra la Fifth Avenue e Forty-Eighth Street, a due passi dalla Trump Tower. Era uno spazio molto moderno, con una vera sala riunioni dotata di vetri opachi che garantivano la privacy e pareti su cui erano appese opere d’arte moderna provenienti dalla collezione della sorella di Bekah.



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