La guerra di Francesco by Barbara Frale

La guerra di Francesco by Barbara Frale

autore:Barbara Frale [Frale, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788851136925
editore: De Agostini Libri
pubblicato: 2016-04-04T22:00:00+00:00


Era un sollazzo che impegnava soprattutto giovani ricchi, perché le spezie e gli unguenti profumati erano molto costosi, e la frutta costava poco meno; il divertimento aveva un carattere molto animato, diciamo pure violento, visto che tutte quelle cose belle e buone i cavalieri dovevano pur tirarle addosso alle graziose donne, protette almeno sulla testa da corone gemmate o cappelli di stoffa per attutire un minimo i colpi. Se le noci moscate e i chiodi di garofano non costituivano problemi, il lancio di pere, mele e boccette di profumo poteva non essere del tutto innocuo.

Alcune miniature e altre immagini arrivate fino a noi mostrano che i cavalieri, esauriti i proiettili, cercavano di salire sulle fortificazioni del Castello d’Amore andando per così dire all’arrembaggio, per conquistare la bella prescelta. Come si difendessero le dame non sappiamo, ma se il gioco doveva davvero imitare la presa di un castello, allora è facile che anche loro avessero a disposizione oggetti da tirare in testa agli assalitori.

Per chi stava a guardare, la cosa prendeva le sembianze di una grande zuffa; era esilarante, secondo il gusto del tempo, ma forse divertirebbe anche noi. La celebre Curia di cui parla Rolandino da Padova sfociò addirittura in un conflitto perché i veneziani, invitati alla festa, si comportarono malissimo scatenando nei trevigiani desiderio di vendetta; si tratta certo di un caso-limite, ma non era improbabile che durante quella specie di baruffa l’eccesso di qualche assalitore potesse anche avere strascichi violenti.

Questo, in breve, era il mondo di Francesco. La guerra, che fosse contro i nemici o sublimata nel conflitto amoroso, era la cifra che segnava la sua esistenza.

Un giorno quest’armonia si sarebbe infranta, e il giovane re della festa sarebbe entrato in guerra contro se stesso.

Forse perché era stanco di tutto quel frastuono che lo circondava. Annoiato dalla compagnia di quella brigata spendacciona e bisbocciona che lo teneva in sommo onore perché pagava per tutti, e magari alle sue spalle sparlava di lui e della sua famiglia, volgari plebei rifatti con arie da gran signori.

O forse il disagio di Francesco aveva radici più intime, più dolorose. C’era il sangue di altri uomini, sopra le sue mani. Di quelli che aveva ferito e probabilmente ucciso, di tanti che ancora avrebbe incontrato sui campi di battaglia, da ammazzare senza pietà, per non essere ammazzato.

La guerra è bella, anche se fa male. Tanto più vero in un’epoca che non conosceva le armi da fuoco, dove lo scontro era spesso un corpo a corpo nel quale la violenza andava sfoggiata come un vanto, e la ferocia si chiamava con il nobile nome di coraggio.



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