La Mappa Del Destino by Cooper Glenn

La Mappa Del Destino by Cooper Glenn

autore:Cooper, Glenn [Cooper, Glenn]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Ro
ISBN: 9788842916710
Google: PVzFcQAACAAJ
Amazon: 8842916714
editore: Nord
pubblicato: 2011-01-01T23:00:00+00:00


21

Lunedì mattina

L'appuntamento alla PlantaGenetics con Fred Prentice era fissato per le nove. L'istituto di biotecnologia era stato fondato per trovare nuove molecole biologicamente attive da estratti vegetali. Nei laboratori, centinaia di bracci meccanici ronzavano ventiquattr'ore su ventiquattro, raccogliendo nelle pipette campioni estratti da piante provenienti da tutto il mondo.

Sebbene non avessero mai avuto occasione di collaborare, Sara e Fred s'incontravano spesso alle conferenze e conoscevano l'una il lavoro dell'altro. A dire il vero, Sara sapeva anche di piacergli. Una volta lui l'aveva persino invitata a cena, in occasione di un congresso a New Orleans. Lei aveva accettato perché Fred era un uomo molto dolce e, apparentemente, molto solo, ed era stata salvata dal bacio della buonanotte dall'allergia di lui per una spezia contenuta nel gumbo.

Seduti nel taxi, quella mattina, lei e Luc sembravano due zombie usciti da un film di serie B. Luc aveva un avambraccio e la mano fasciati e il bacino gli faceva male. Sara aveva qualche cerotto sparso. Avevano saltato la colazione e si erano incontrati nella hall. Visto il ritardo, si erano affrettati a chiamare un taxi. Solo dopo essere saliti a bordo si erano guardati in faccia. Ed erano scoppiati a ridere.

«Quanto ci vorrà?» chiese Luc al taxista.

«Dieci minuti. Dobbiamo salire lungo Milton Road fino allo Science Park. Avete fretta?»

«Un pochino», disse Sara. Erano già le nove.

«Forse è meglio avvertire», suggerì Luc.

Sara digitò il numero. «Pronto, Fred? Sono Sara. Scusa, ma siamo in ritardo di qualche minuto...»

In lontananza ci fu un lampo. Poi si udì un rombo spaventoso.

Una cupola di fumo bianco si levò al di sopra della cima degli alberi.

«Oh, merda!» gridò il taxista. «Non è lontano da dove siamo diretti.»

Sara aveva ancora il cellulare all'orecchio. «Fred? Fred?»

Non arrivarono mai allo Science Park. I mezzi di emergenza avevano bloccato la strada e tutto il traffico era stato deviato.

Non restava altro da fare che tornare in albergo e seguire la diretta su Sky e ITV, accompagnati dal sottofondo degli elicotteri in cielo e delle sirene per strada.

L'esplosione aveva devastato un'ala dello Science Park. Alle undici, un reporter di Sky lesse una lista d'istituti che avevano sede nell'edificio. Uno era la PlantaGenetics.

Si parlava di una perdita di gas o di un'esplosione chimica. Fu vagliata anche la possibilità di un attacco terroristico. L'ala era un cumulo di macerie. Le vittime erano una quarantina, forse di più. I centri grandi ustionati del Cambridgeshire erano quasi al completo.

Poi, a mezzogiorno, il telefono di Sara squillò. «Oddio, Luc: è Fred!»

Tornarono al pronto soccorso del Nuffield Hospital. La sera precedente, c'erano pochi pazienti e nessuna urgenza particolare.

Quel mattino, la sala d'attesa pareva un campo di battaglia. L'ospedale era piccolo – appena cinquanta letti – e stava cedendo sotto il peso dell'emergenza.

Dopo essersi fatti strada tra la folla, Luc e Sara riuscirono a parlare con un'infermiera, alla quale spiegarono che erano amici di una delle vittime dell'esplosione.

«Aspettate un minuto», fu la risposta.

Dopo più di mezz'ora, un giovane che spingeva una carrozzella vuota ebbe pietà di loro e li scortò all'interno, dove le barelle erano allineate lungo i corridoi.



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