La parrucchiera di Pizzuta by Nino Motta

La parrucchiera di Pizzuta by Nino Motta

autore:Nino Motta [Motta, Nino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Thrillers, Crime
ISBN: 9788858775677
editore: Giunti
pubblicato: 2017-06-05T22:00:00+00:00


14.

SECONDA PUNTATA A MILAZZO

Era il pomeriggio inoltrato quando, seduta davanti a uno specchio del Salone di Bellezza Sorelle Materazzo, in via Roma, Rosa stava osservando il repertorio di tinte tra il ramato, il caramello e il miele che le veniva gentilmente sciorinato da una delle titolari:

“Per me lei, con la sua carnagione oliva e i suoi occhi verdi, dovrebbe orientarsi sul moro oppure sul cioccolato,” disse la donna biondo platino.

Rosa lasciò fare e socchiuse gli occhi rimuginando sui soliti concetti filologici: congettura, divinatio, lectio facilior, testimoni, per concludere con una banalità: Milazzo doveva essere il punto nevralgico, il secondo epicentro dell’imbroglio.

Sua madre glielo aveva letto nello sguardo già in tarda mattinata, dopo l’incontro con la signora Lidia Lagona. E così, quando Rosa, rientrando a casa con i capelli color cioccolato, le propose un nuovo viaggio, si disse pronta a seguirla per cercare le carte della presenza di Nunziatina nel convitto femminile Maria Regina. Partirono il giorno dopo, che era un mercoledì, con gli stessi panini alla mortadella della prima volta, preparati con cura da donna Evelina, viaggiarono senza dirsi granché, videro le ciminiere della raffineria a destra, videro le isole e imboccarono lo svincolo che conduceva alla Porta delle Eolie. Non ebbero alcun bisogno di fermarsi in albergo, avrebbero fatto tutto in giornata. Il giorno prima, dal collegio, una suora aveva risposto al telefono che certo il convitto era aperto anche in agosto, dunque l’archivio storico era “ben volentieri accessibile”, con i suoi annali ordinati e i nomi delle fanciulle iscritte anno per anno: le chiamò fanciulle, il che aveva messo Rosa di buonumore come ogni volta che sentiva sulle labbra di qualcuno una parola desueta non pronunciata a sproposito.

“Qui, egregia professoressa, non si chiude mai, sa, e io sto proprio sistemando le carte.”

Rosa aveva colto un vago compiacimento in quella dichiarazione, e ne fu compiaciuta a sua volta. L’esperienza di studiosa le aveva insegnato che le biblioteche italiane di ogni ordine e grado e gli archivi piccoli e grandi approfittavano della prima occasione per chiudere al pubblico: feste comandate e no, per commemorare tutte le date storiche, l’8 Settembre, il 2 Novembre, il 25 Aprile, le vittorie e le sconfitte della storia non solo patria ma regionale, cittadina e se possibile per onorare anche il patrono del paese vicino, oltre che per celebrare il Martedì Grasso, le Ceneri, la Pentecoste, il Corpus Domini, con orari ridotti e malridotti, personale sparuto in agitazione perpetua, sempre allo stremo delle forze eppure sempre girovagante a vuoto, una fotocopia qua, una schedina là: nel mese di agosto poi non c’era quasi speranza di poter accedere a una sala di lettura. Chiuso per ferie, per ristrutturazione, per manutenzione o per catalogazione in corso. Invece l’istituto Maria Regina di Milazzo, con sua somma sorpresa, era aperto, attivo e persino moderatamente lieto di accogliere gli utenti estivi, anche un’ex filologa con la sua venerabile madre.

Erano circa le tre del pomeriggio quando parcheggiarono lungo via Giuseppe D’Amico Rodriguez, un nome che a Rosa suonò del tutto ignoto,



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